Economia

Azionario: “il bello è alle spalle”, Trump-Xi finirà in pareggio

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Per il 2017 dei mercati azionari il bello è già alle spalle. Dopo un primo trimestre all’insegna dell’ottimismo (l’indice azionario globale Msci World ha messo a segno una crescita superiore al 6% che non si registrava dal 2013) grazie alle aspettative sulle politiche fiscali statunitensi anticipate da Donald Trump, il breve-medio periodo dei mercati appare costellato da numerose incertezze.

Lo evidenzia Filippo Diodovich Market Strategist per IG in un report secondo cui a allungare un’ombra sull’andamento dei mercati e dell’azionario in particolare contribuiscono una serie di fattori.

“Si avvicina l’appuntamento politico delle elezioni francesi che sarà determinante per capire i consensi dei movimenti anti Unione Europea. La numero uno del Front National, Marine Le Pen, è la figura simbolo dei movimenti anti Europa e il risultato che otterrà sarà determinante per prevedere i prossimi scenari politici ed economici del Vecchio Continente. Oltre alle elezioni politiche (Francia e Germania) gli altri appuntamenti principali saranno relativi alle riunioni delle banche centrali. La Federal Reserve si prepara a un ennesimo rialzo dei tassi d’interesse in estate, la BCE sta incominciando a valutare un tapering del proprio piano di quantitative easing, la Bank of Japan dovrà cambiare presto il proprio atteggiamento ultra-accomodante”

In un contesto del genere, dice Diodovich le “piazze finanziarie che potrebbero ritracciare dopo i forti rialzi degli scorsi mesi.

Anche il mercato valutario ha mostrato un certo nervosismo:

“Abbiamo osservato una forte volatilità sul dollaro nelle ultime settimane sulla scia delle incertezze degli operatori dei mercati valutari sulle prossime mosse della Federal Reserve e su quelle dell’amministrazione Trump. Dopo il fallimento della cancellazione dell’Obamacare sono aumentati notevolmente i timori che le promesse elettorali effettuate dall’ex magnate newyorchese possano non essere realizzate. Tuttavia crediamo che almeno in politica fiscale Trump possa riuscire a portare avanti i tagli fiscali che gli hanno permesso di vincere le elezioni presidenziali dello scorso autunno”.

Tutto queste mentre cresce l’attesa per il primo incontro tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Incontro che secondo l’analista “sarà basilare per comprendere quali saranno le relazioni tra le due più grandi economie mondiali nei prossimi mesi/anni”.

Sul tavolo, oltre agli accordi commerciali anche l’andamento delle valute e i rapporti con la Corea del Nord. Su quest’ultimo fronte geopolitico:

“la questione è molto spinosa. Gli Stati Uniti cercheranno, infatti, di assicurarsi l’appoggio di Pechino per contenere le ambizioni di Kim Jong-un e fermare il progetto nucleare di Pyongyang. Crediamo che la situazione sia molto complessa e il risultato del meeting dovrebbe essere un nulla di fatto. Maggiori possibilità di incontro nelle questioni economiche. Riteniamo infatti che il presidente cinese possa offrire un aumento degli investimenti cinesi negli Stati Uniti in cambio di una politica commerciale più morbida da parte di Trump”.