Economia

Grecia, in dubbio aiuti Fmi: tassi bond schizzano al rialzo

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Sui mercati finanziari e in generale in Europa si riaffaccia una crisi che era (colpevolmente) stata fatta passare in secondo piano, anche per via delle incertezze politiche in Occidente dopo le elezioni di Donald Trump e in vista dei prossimi appuntamenti elettorali cruciali in Olanda, Francia e Germania. Gli investitori erano distratti anche dal momento critico del settore bancario italiano e dalle tensioni geopolitiche.

Una divisione in seno al Fondo Monetario Internazionale, uno dei creditori della creditori della troika della Grecia, rischia di far saltare il piano di salvataggio del paese fortemente indebitato. L’istituto di Washington, che vorrebbe una ristrutturazione del debito pubblico, giudicato insostenibile, ha rivelato che i membri del suo direttorio non sono tutti convinti che debbano essere imposte ad Atene ulteriori misure di austerity, per soddisfare le richieste dei creditori.

La maggior parte dei 24 esponenti del board stima che la Grecia riuscirà a ottenere un surplus primario dell’1,5% del Pil e pertanto che non dovrebbe apportare tagli ulteriori al bilancio. Tuttavia, una fazione dissidente del board ha sottolineato che il paese in crisi dovrebbe invece varare altre misure di rigore, per arrivare a un surplus del 3,5% del Pil, il livello che è stato concordato con l’ultimo piano di salvataggio.

È raro che l’Fmi esponga le divisioni interne al board con tale franchezza e trasparenza: “la maggior parte dei membri del board sono d’accordo con il succo della valutazione fatta dallo staff, ma altri hanno espresso un’opinione differente sul percorso fiscale e sulla sostenibilità del debito” greco.

Grecia, governo si oppone a nuova austerity

Secondo alcuni membri del board, la Grecia non ha bisogno di un’ulteriore operazione di consolidamento fiscale al momento, tenuto conto dei miglioramenti notevoli fatti finora, che dovrebbero portare il surplus primario fiscale a medio termine a circa l’1,5% del Pil. Ma altri preferirebbero fissare come obiettivo un avanzo del 3,5% del Pil entro il 2018. L’avanzo primario di bilancio è la differenza tra le spese e le entrate esclusi gli interessi da pagare sul debito.

Il governo Tsipras ha già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di ingoiare ulteriori pillole di austerity dopo i tanti sacrifici già chiesti alla popolazione negli anni passati. Atene spera ancora di essere presto inclusa nella lista dei paesi che possono usufruire del programma di acquisto di titoli di Stato dell’area euro. Per farlo, ha spiegato ieri il presidente della Bce Mario Draghi al parlamento europeo, il debito deve tornare a essere sostenibile e la seconda fase della revisione del piano di bailout, che prevede riforme a medio termine, deve essere portata a compimento.

Sui mercati i bond hanno preso molto male la notizia, con le scadenze a breve termine che sono le più colpite: il rendimento a due anni del debito governativo greco è schizzato al rialzo arrivando a toccare anche il 10% (vedi grafico sotto). Un rialzo dei tassi di interesse renderà sempre più difficile e costoso per la Grecia rifinanziare il suo debito sui mercati.

Il mercato torna ad avere paura per un default delle finanze pubbliche elleniche o per una possibile uscita dall’Eurozona di Atene (Grexit). I tassi sui bond greci decennali è balzato sopra quella che viene considerata la soglia di non ritorno del 7,5%, salendo all’8% dopo aver chiuso ieri al 7,85%. Gli investitori pretendono di avere un premio più alto per il rischio che corrono comprando titoli del debito greco.

The yield on Greek 10-year bonds