Economia

Def, governo: risorse in più andranno ai giovani

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Il governo italiano si è fissato come obiettivo del rapporto tra deficit e Pil una forchetta percentuale dell’1,7%-1,8% l’anno prossimo. Venerdì 22 settembre verrà esaminata la Nota di aggiornamento al Def, il documento programmatico in vista della prossima Legge di Bilancio 2018.

Le risorse addizionali provenienti da una crescita solida sono comunque “molto limitate” e, data per certa una revisione al rialzo delle stime di crescita del Pil e lo “sconto” sulla correzione del deficit di 8,5 miliardi, saranno come prerogativa destinate al mercato del lavoro giovanile.

Il miglioramento dello scenario macroeconomico e l’accelerazione della crescita del Pil saranno infatti incorporati nel DEF con una revisione al rialzo della stima di crescita 2017 all’1,5% dall’1,1% antecedente. Il Documento di economia e finanza ne terrà conto anche per le nuove previsioni sul deficit.

L’economia in miglioramento comporta infatti una correzione minore del deficit dello 0,3% del PIL, tenendo conto dei margini di flessibilità garantiti dall’UE, che equivalgono ad uno “sconto” di 8,5 miliardi sulla correzione 2018 dai 13,5 miliardi previsti nel DEF di aprile ai 5 miliardi attuali.

Questo offrirà la possibilità di avere recuperare risorse per finanziare eventuali misure pro crescita, in particolare sul fronte occupazionale che ancora langue rispetto alle altre grandi economie d’Europa. Restano però dei vincoli, perlopiù quelli legati alla necessità di riordino della finanza pubblica, in particolare sotto il profilo della riduzione del debito pubblico, che si conferma su livelli record.

Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che incorpora il pragmatismo da ex funzionario Ocse ma anche le caratteristiche politiche del distributore di promesse, è ottimista sull’andamento dell’economia pur avvisando che la crescita rallenterà nel 2018 (1,4%) a causa dell’impatto dell’euro forte.

“Le risorse sono pochissime dati i vincoli di bilancio” e “l’occupazione giovanile” è una priorità e va finanziata con le nuove e limitate risorse rese disponibili dall’accelerazione dell’economia”, aveva spiegato Padoan in un intervento di qualche giorno fa alla LUISS. “Si cerca di trovare un equilibrio stretto fra aggiustamento del debito e sostegno alla crescita”, aveva dichiarato in una occasione separata il numero uno del Tesoro.

Una delle priorità resta sempre l’ordine delle finanze pubbliche. Il Tesoro ha fatto sapere che non farà una manovra popolare ma semplicemente necessaria, cercando di non farsi “contaminare” dagli agenti esterni e dalle richieste che verranno avanzate dai vari partiti in campagna elettorale. E cercando di riservare un trattamento speciale di favore ai giovani.

Su questo Padoan è stato chiaro: l’occupazione giovanile ha la precedenza su tutto. Gran parte delle risorse andrà dunque a finanziare la decontribuzione di 2-3 anni per l’assunzione stabile dei giovani. Restano tuttavia molti capitoli in sospeso, come la rottamazione delle cartelle bis ed una nuova voluntary disclosure, la sanatoria del denaro contante all’estero, che fonti del Tesoro hanno già smentito.

Rimane difficile se non impossibile un intervento sull’Irpef, tema che dovrà essere rinviato al nuovo governo che uscirà dalle elezioni politiche della primavera del 2018 e che costituirà forte un cavallo di battaglia nella prossima sfida elettorale. È più probabile invece il rinnovo di misure dedicate alle imprese, come il bonus formazione 4.0 ed il rilancio del Made in Italy.