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Mercati, iniziata Grande Rotazione. Balzo petrolio e sterlina

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Mentre sui mercati è in atto la Grande Rotazione, che vede i capitali uscire dall’obbligazionario – reduce da un mercato orso lungo 30 anni – per entrare in quello azionario, gli investitori continuano a concentrarsi sulle conseguenze che avrĂ  la decisione storica presa ieri dall’Opec. Con l’accordo per tagliare la produzione di petrolio, il cartello ha sorpreso gli investitori di tutto il mondo e ha provocato uno choc positivo sui prezzi della materia prima. In Occidente, tuttavia, l’effetto Opec – molto presente ieri – è giĂ  sfumato. La notizia dell’intesa e delle concessioni fatte dai sauditi erano arrivate nel pomeriggio della vigilia e il risultato è che i principali indici azionari europei oggi rimangono sottotono.

Piazza Affari si conferma ostaggio del referendum costituzionale e gli acquisti sui titoli petroliferi ed energetici – come Saipem, Tenaris, Eni – non bastano a risollevare il sentiment. Molte le notizie che sono arrivate dal fronte economico dell’Italia: l’Istat ha reso noto che il tasso di disoccupazione ha segnato un lieve calo a ottobre, attestandosi all’11,6%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto a settembre. L’altra notizia che emerge dai numeri dell’Istat è che la disoccupazione giovanile è scesa al 36,4%,  ai minimi in quattro anni, ovvero dal 2012. Sempre l’Istat ha rivisto al rialzo le stime sul Pil italiano del secondo e del terzo trimestre (+1%), e altre indicazioni positive sono giunte dall’indice PMI manifatturiero.

Tornando all’Opec, per la prima volta in otto anni – dal 2008 – il cartello dei massimi esportatori di greggio ha agito per ridurre le scorte di petrolio da record, che hanno provocato negli ultimi anni un forte squilibrio tra le dinamiche della domanda e dell’offerta nel mercato. L’Opec è riuscita quindi a superare le divergenze che si erano presentate fin da subito tra i principali produttori di petrolio – ovvero tra Arabia Saudita, Iran e Iraq – mentre la Russia, paese esterno all’Opec, ha deciso essa stessa di ricorrere a un taglio dell’output senza precedenti.

Immediate le conseguenze sui mercati, con i prezzi del petrolio che sono balzati a New York fino a +10% e i titoli energetici dei vari listini azionari che hanno segnato rally nell’ordine anche del +32%.  Il Brent avanza oggi +1% circa e supera la soglia di $52 al barile: il che significa che, dalla mattinata di ieri, + salito di ben +12%. Sul Forex vola la sterlina dopo che il ministro britannico della Brexit, David Davis, ha detto che Londra è disposta a pagare contributi all’Ue pur di continuare ad avere accesso al mercato unico europeo.

Subito dopo l’annuncio dell’Opec le quotazioni del contratto WTI scambiato a New York sono balzate +10% circa, come conferma il grafico successivo.

Stando i termini dell’accordo, l’Opec ridurrĂ  la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno circa entro il mese di gennaio, dando il via a un piano che era stato stilato in Algeria lo scorso settembre, e che aveva come obiettivo il taglio dell’offerta a 32,5 milioni di barili. QUI tutti i dettagli.

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