NEW YORK (WSI) – Alla fine e’ arrivato l’accordo. L’Opec – che ieri sembrava più divisa che mai – oggi ha raggiunto l’intesa per tagliare la produzione di petrolio per la riduzione dei livelli di produzione di petrolio di 1,2 milioni di barili al giorno a quota 32,5 milioni. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg, specificando che si tratta del primo storico taglio dal 2008.
Dopo settimane di negoziati spesso tesi, Arabia Saudita, Iraq e Iran hanno quindi trovato un’intesa sulla ripartizione dei tagli per ridurre la fornitura di petrolio per la prima volta in otto anni. Immediata la reazione del greggio: il Wti sale del 7% oltre quota 48 dollari al barile, il Brent oltrepassa i 50 dollari al barile.
Gia’ questa mattina il segretario generale dell’organizzazione dei maggiori paesi produttori della materia prima, Mohammed Barkindo, si era detto convinto che nella giornata di oggi sarebbe stata trovata un’intesa e conferme di un accordo vicino erano arrivate da piu’ parti.
In particolare, sembra che i sauditi abbiano riconosciuto che l’Iran rappresenta un caso speciale: non un’esenzione piena dai tagli di produzione, come quella riconosciuta a Nigeria e Libia, ma comunque la possibilità di arrivare ai fatidici 4 milioni di barili al giorno (anzi, per la precisione 3,975 mbg) stabiliti prima delle sanzioni internazionali, per poi congelare la produzione a quel livello.
L’accordo è probabile che includa una riduzione di circa 600.000 barili al giorno da parte dei paesi non OPEC. In cambio l’Iran avrebbe accettato di utilizzare le stime di produzione di fonti indipendenti, o “secondarie” come le definisce l’Opec. Su questo punto – irrinunciabile per i sauditi – avrebbe nel frattempo ceduto anche l’Iraq, sgombrando i maggiori ostacoli sulla via di un accordo.
Secondo quanto risulta a Reuters l’Arabia Saudita ha accettato di tagliare la produzione di 10,06 milioni di barili al giorno. L’Indonesia intanto è stata sospesa dall’Opec.
Sui mercati finanziari mentre volano i prezzi del greggio – contratti Wti sopra 48,50 dollari al barile e Brent oltre i $50 – in parallelo si mette in luce in Borsa come era prevedibile il settore petrolifero. Il comparto avanza di circa tre punti percentuali a Wall Street, salendo ai massimi degli ultimi sette mesi. Per il settore oil sarebbe la performance giornaliera più positiva da settembre. Exxon Mobil, Chevron e Schlumberg sono tra i titoli più richiesti di giornata.