Società

Bce lancia triplice alert su banche, debiti e prezzi case

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Nel suo ultimo report sulla stabilità finanziaria la Bce ha lanciato un inatteso avvertimento sui rischi di un riaprirsi della crisi dei debiti sovrani, sulla vulnerabilità persistente delle banche e soprattutto sulla “esuberanza” dei prezzi delle case in alcuni mercati immobiliari.

I mercati del mattone più bollenti, trainati dalla domanda di acquirenti offshore, potrebbero però essere l’inizio di un fenomeno più diffuso. Il rincaro delle abitazioni potrebbe espandersi a macchia d’olio in altre aree in una sorta di “effetto domino“. La ace ha i “timori sulla sostenibilità dei debiti sono cresciuti” negli ultimi sei mesi, per via di un potenziale incremento dei rendimenti e dell’incertezza politica in alcuni paesi (il riferimento all’Italia, anche se non viene espressamente citata, è ovvio).

Sulle condizioni economiche e dei debiti, il rapporto della Bce fa un bilancio diverso, esprimendo maggiori preoccupazioni, rispetto a quello elaborato a novembre 2016.

“La ripresa economica in corso negli ultimi sei mesi ha sostenuto le prospettive sulla sostenibilità del debito sovrano nell’area dell’euro ma un periodo prolungato di incertezza geopolitica potrebbe rallentare la crescita e portare a premi di rischio più elevati (…) aumenterebbe i costi del finanziamento e potrebbe scatenare timori sulla sostenibilità del debito pubblico in alcuni Paesi”.

Guardando al settore bancario dell’area euro, si registrano ancora profonde vulnerabilità, dice la BCE.

“Le pressioni del mercato sulle banche dell’area euro sono diminuite negli ultimi sei mesi, portando, in particolare a un forte rialzo in Borsa dei titoli del settore. I bassi tassi di interesse continuano, tuttavia, a costituire un problema per la redditività bancaria (…) le prospettive di reddito sono limitate dall’ampio stock di Npl (…) una serie di problemi strutturali pesano sulle prospettive di redditività in diversi settori bancari, ivi compresi l’eccesso di capacità, un livello ancora basso di diversificazione delle fonti di entrata e inefficienze sui costi”.

L’istituto guidato da Mario Draghi inoltre sottolinea come gli indicatori di stress sistemico nell’area dell’euro “sono rimasti a bassi livelli negli ultimi sei mesi” ma “esiste il rischio di un rapido riprezzamento dei mercati del reddito fisso a livello globale”.

Per l’area euro, questo rischio per la stabilità finanziaria, alimentato dall’andamento dei mercati, “rimane significativo” e “potrebbe materializzarsi attraverso un effetto contagio scatenato da rendimenti più elevati in altre economie avanzate, in particolare negli Stati Uniti”.

I mercati obbligazionari saranno quindi gli osservati speciali della Bce e probabilmente anche della Federal Reserve, la quale diffonderà oggi i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria, che i mercati sperano possano offrire indicazioni utili per capire come la banca centrale Usa intende agire a giugno. Un rialzo dei tassi non è da dare scontato ma è molto probabile.