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Trump sfida presidente Cina Xi: le cose da sapere

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WASHINGTON (WSI) – Il faccia a faccia tra la strana coppia della diplomazia internazionale è iniziato. In un summit di alto profilo come quello tra Donald Trump e Xi Jinping, si presume che si tratteranno i temi che interessano e maggiormente dividono i due paesi: commercio, sicurezza informatica, Corea del Nord, Taiwan e la perenne disputa della Cina con le nazioni del sudest sul Mar Meridionale Cinese.

Difficilmente si parlerà invece delle violazioni dei diritti umani in Cina. Tenendo conto dell’affronto di Trump alla libertà di stampa in patria e le sue gaffe su persone diversamente abili e donne, qualsiasi accusa su questo campo da parte di Trump verrebbe considerata ipocrita e un’interferenza illegittima negli affari internazionali di Pechino.

A proposito di affari internazionali, a scuotere il summit di due giorni in Florida sono le notizie che giungono dalla Siria. nella notte è arrivata la risposta degli Stati Uniti alla strage compiuta martedì mattina in Siria nella provincia di Idlib dove un attacco chimico ha causato la morte di uomini, donne e bambini. Secondo un funzionario della Casa Bianca si tratta di un “caso isolato”, che non provocherà una escalation nella regione.

Fatto sta che il presidente russo Vladimir Putin ha denunciato gli attacchi, parlando di violazione delle leggi internazionali e di aggressione contro uno stato sovrano straniero. Alle 2:45 ora italiana, gli Stati Uniti hanno lanciato da due navi americane presenti nel Mediterraneo, 59 missili cruise Tomahawk diretti verso la base aerea siriana di al-Shayrat, da cui si presume sia partito l’attacco con armi chimiche contro i civili.

È la svolta nella crisi siriana e il primo duro atto bellico da parte della nuova amministrazione Trump.

“Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l’attacco chimico. È un interesse vitale degli Stati Uniti prevenire e fermare la diffusione e l’uso di armi chimiche mortali. La Siria ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu perché non si possono discutere le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche (…) Il mondo si unisca agli Usa per mettere fine al flagello del terrorismo“.

Summit Trump-Xi: di cosa si parlerà

Il presidente Trump ha parlato dalla sua residenza in Florida di Mar-a-Lago mentre è in corso il summit di due giorni con il suo omologo cinese Xi Jinping. Un incontro molto atteso dove si parlerà in primis della questione della Corea del Nord.  Il presidente americano Trump avrebbe informato Xi dell’imminente attacco in Siria che rappresenta sicuramente una presa di posizione molto importante degli Stati Uniti, ma che rischia di compromettere la credibilità delle minacce Usa alla Corea del Nord.

Nei giorni scorsi infatti il tycoon aveva affermato che gli Usa svolgeranno azioni unilaterali contro il regime di Pyongyang qualora la Cina dovesse tirarsi indietro e l’attacco di stanotte in Siria ne è la prova concreta. Ma in Florida non si parlerà solo questioni geopolitiche. Al centro dei colloqui tra i due presidenti ci sono anche i rapporti commerciali tra Cina e Usa, deteriorati dopo che il tycoon ha puntato il dito conto il governo di Pechino accusato di essere il principale responsabile della perdita di posti di lavoro e del potere di acquisto della classe media americana.

Si prevede che i due paesi, le maggiori potenze economiche mondiali, si facciano l’un l’altro qualche concessione. Donald Trump ha accolto il presidente cinese Xi Jinping con grandi sorrisi e la rassicurazione sul fatto che tra loro due si stabiliranno “relazioni molto molto buone”. I due non potrebbero avere personalità più divergenti e soltanto oggi, quando il summit entra veramente nel vivo, si saprà di più sui provvedimenti concreti che verrano presi.

Secondo l’analista di IG Filippo Diodovich il meeting si concluderà con un pareggio a reti inviolate, un nulla di fatto, in ambito geopolitico, mentre è possibile prevedere qualche apertura sulle questioni commerciali.  Sul tavolo, oltre agli accordi commerciali ci sono l’andamento delle valute e i rapporti con la Corea del Nord.

Su quest’ultimo fronte “la questione è molto spinosa. Gli Stati Uniti cercheranno, infatti, di assicurarsi l’appoggio di Pechino per contenere le ambizioni di Kim Jong-un e fermare il progetto nucleare di Pyongyang. Crediamo che la situazione sia molto complessa e il risultato del meeting dovrebbe essere un nulla di fatto. Maggiori possibilità di incontro nelle questioni economiche. Riteniamo infatti che il presidente cinese possa offrire un aumento degli investimenti cinesi negli Stati Uniti in cambio di una politica commerciale più morbida da parte di Trump”.