Secondo gli analisti Wall Street e le Borse europee stanno prendendo sotto gamba i rischi associati a un possibile risveglio della volatilità. Gli investitori con le loro azioni dimostrano di non scontare correttamente quanto volatile potrebbe risultare la stagione delle trimestrali che prende oggi il via con i conti fiscali delle big del settore finanziario. I profitti del terzo trimestre sono solitamente molto variabili e i trader nel mercato delle opzioni – avverte Goldman Sachs in una nota – non stanno affatto prezzando un simile scenario. Il consiglio della banca d’affari per non rischiare cattive sorprese è allora quello di coprirsi da eventuali cali di prezzo di titoli o Borse, comprando simultaneamente una opzione call e una put allo stesso prezzo di esercizio (‘strike‘).
Una simile strategia che premia eventuali sbalzi di prezzo significativi – quindi la volatilità e non quale direzione prenderanno i titoli quotati – stima Goldman Sachs, dovrebbe rivelarsi redditizia specialmente con titoli quali IBM, McDonald’s, Microsoft e Netflix. Secondo le stime a disposizione, le banche Usa dovrebbero registrare incrementi di utili e fatturato, ma si prevede che il metro di paragone difficile con l’anno prima e le attività di trading in netto calo hanno avuto un impatto negativo sui risultati societari. Le Borse sono avvisate: la stagione delle trimestrali di ottobre è tradizionalmente caratterizzata da un elevato nervosismo di mercato, che potrebbe risollevare la volatilità dai minimi record degli ultimi mesi. Questa settimana riportano i conti colossi come JP Morgan Chase, Citigroup, Bank of America e Wells Fargo, mentre prima della fine del mese almeno una decina di blue chip avrà comunicato l’andamento del business nel terzo trimestre.
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L’oro intanto scambia in rialzo attestandosi a quota 1.295,05 dollari l’oncia, segnando un progresso dello 0,26%.
Tra le materie prime, il contratto WTI sul petrolio viaggia in ribasso a 50,97 dollari per il barile, mentre sul Brent londinese scivola in area 56,58 dollari per barile.
Sul Forex, l’euro è stabile sul dollaro a $1,1869 sui livelli registrati alla chiusura di Wall Street ieri sera. Nei confronti dello yen, ieri grande protagonista di seduta, la moneta unica passa di mano a 133,25 yen.
A non essere assopito è invece il mercato dele criptovalute, con il Bitcoin che nel giro di un quarto d’ora ha guadagnato quasi 200 dollari superando il record di sempre raggiunto il 2 settembre. Ora un Bitcoin vale più di 5.200 dollari. Alle 9,45 ora italiana i prezzi della criptovaluta più popolare hanno fatto un balzo salendo da $4.924 a $5,142 in meno di 15 minuti. Nei 20 minuti successivi gli scambi tra volumi sostenuti hanno spinto la divisa digitale sui massimi di tutti i tempi a $5.219,10.
A non essere assopito è invece il mercato dele criptovalute, con il Bitcoin che nel giro di un quarto d’ora ha guadagnato quasi 200 dollari superando il record di sempre raggiunto il 2 settembre. Ora un Bitcoin vale più di 5.200 dollari. Alle 9,45 ora italiana i prezzi della criptovaluta più popolare hanno fatto un balzo salendo da $4.924 a $5,142 in meno di 15 minuti.
Nei 20 minuti successivi gli scambi tra volumi sostenuti hanno spinto la divisa digitale sui massimi di tutti i tempi a $5.219,10. E pensare che in settembre, dopo che la Cina aveva deciso di mettere al bando le ICO e le piattaforme di scambio nazionali di Bitcoin, il prezzo era sceso sotto i $3.000.
Prima di prendere posizioni importanti i trader aspettano di conoscere i nuovi dati macro, le trimestrali delle big di Wall Street e soprattutto gli interventi del presidente della Bce Mario Draghi e di altri membri del board che prenderanno la parola al meeting annuale dell’FMI a Washington D.C..
Con i conti di JP Morgan ha preso il via la stagione delle trimestrali. Il trimestre della più importante banca degli Stati Uniti per numero di asset in gestione si è chiuso con un utile per azione superiore alle attese. L’EPS si è attestato infatti a quota 1,76 dollari nel periodo luglio-settembre, un risultato migliore degli 1,65 dollari previsti dal mercato. Il fatturato è stato invece pari a 25,3 miliardi di dollari.
La prima banca degli Stati Uniti per numero di attivi in gestione ha dato il via giovedì 12 ottobre alla stagione delle trimestrali societarie. Fino a un anno fa era la prerogativa di Alcoa, ma dal 2017 il testimone è passato alla big di Wall Street guidata dall’amministratore delegato Jamie Dimon.
Prima di prendere posizioni importanti i trader aspettano di conoscere i nuovi dati macro, le trimestrali delle big di Wall Street e soprattutto gli interventi del presidente della Bce Mario Draghi e di altri membri del board che prenderanno la parola al meeting annuale dell’FMI a Washington D.C..
Dopo la pubblicazione delle trimestrali di Citigroup e JP Morgan, Wall Street apre le contrattazioni in calo ripiegano dai record storici realizzati la vigilia. Il Nasdaq cede lo 0,2% a 6.594 punti, il Dow Jones perde 30 punti a quota 22.842, mentre l’indice allargato S&P 500 scivola dello 0,1% in area 2.551. I ricavi di Citigroup sono cresciuti del 2% (a $18,17 miliardi dai 17,76 miliardi di un anno prima, più dei 17,896 miliardi previsti), favoriti da un balzo della divisione investment banking e dai risultati della banca commerciale.
La prima banca Usa per numero di asset gestita da Jamie Dimon ha fatto meglio delle stime sul fronte degli utili e del fatturato, ma preoccupa il calo netto dei ricavi provenienti dalle attività di trading. Pesa anche il ribasso dell’1,67% di General Motors, dopo che la casa automobilistica ha annunciato tagli al personale negli stabilimenti “di casa” a Detroit.
Il numero di domande di sussidio di disoccupazione settimanali è sceso più del previsto negli Stati Uniti, di 15 mila unità a quota 243 mila nella prima settimana di ottobre: è il livello più basso delle ultime sei settimane. Gli economisti interpellati da MarketWatch prevedevano una cifra pari a 250 mila richieste.
La media a quattro settimane è calata di 9.500 unità a quota 257.500 nella settimana conclusasi il sette ottobre. Il numero di americani che beneficia già dei sussidi di disoccupazione, i cosiddetti sussidi continuativi, si è ridotto di 32 mila unità a quota 1,89 milioni: è il livello più basso dal 1973.
Dopo la pubblicazione delle trimestrali di Citigroup e JP Morgan, Wall Street apre le contrattazioni in calo ripiegano dai record storici realizzati la vigilia. Il Nasdaq cede lo 0,2% a 6.594 punti, il Dow Jones perde 30 punti a quota 22.842, mentre l’indice allargato S&P 500 scivola dello 0,1% in area 2.551. I ricavi di Citigroup sono cresciuti del 2% (a $18,17 miliardi dai 17,76 miliardi del 2016 e più dei 17,896 miliardi previsti), favoriti da un balzo della divisione investment banking e dai risultati della banca commerciale.
La prima banca Usa per numero di asset gestita da Jamie Dimon ha fatto meglio delle stime sul fronte degli utili e del fatturato, ma preoccupa il calo netto dei ricavi provenienti dalle attività di trading. Pesa anche il ribasso dell’1,67% di General Motors, dopo che la casa automobilistica ha annunciato tagli al personale negli stabilimenti “di casa” a Detroit.
L’indice dei prezzi alla produzione PPI è salito dello 0,4% a settembre negli Stati Uniti, in linea con le attese di mercato. Il tasso annuo di inflazione all’ingrosso ha raggiunto il 2,6%, i massimi di cinque anni e mezzo (da febbraio 2012). L’indice PPI dell’inflazione ‘core’ – misuratore che gli economisti prediligono perché depurato dalle componenti più volatili come i margini commerciali realizzati, il cibo e l’energia – è cresciuto invece dello 0,2%. I prezzi della benzina sono saliti di molto il mese scorso dopo che l’uragano Harvey ha messo KO diverse raffinerie.
Peggiora l’andamento dei titoli Citigroup che hanno gradualmente perso slancio e virato al ribasso (-0,6% a 74,48 dollari al momento). Lo stesso discorso vale per JP Morgan che cede lo 0,4% a 96,45 dollari.
In una ricerca Goldman Sachs sottolinea come gli investitori siano diventati “insolitamente rialzisti” in attesa avverte che nel contesto di un’accelerazione del passo dell’azionario negli ultimi due mesi, le posizioni rialziste assunte nel mercato delle opzioni sono la prova che il mercato è affollato e questo è un segno negativo per l’andamento dei titoli azionari in ottobre”.
In casi come questi, in cui l’ottimismo dei trader e gli acquisti di titoli azionari sono superiori alla media, negli ultimi cinque anni i ritorni da investimento in Borsa sono stati negativi per un -1,9% nel mese successivo al presentarsi di un simile fenomeno”, secondo i calcoli della banca d’affari.
In una ricerca Goldman Sachs sottolinea come gli investitori siano diventati “insolitamente rialzisti” in attesa avverte che nel contesto di un’accelerazione del passo dell’azionario negli ultimi due mesi, le posizioni rialziste assunte nel mercato delle opzioni sono la prova che il mercato è affollato e questo è un segnale negativo per l’andamento dei titoli azionari in ottobre”.
In casi come questi, in cui l’ottimismo dei trader e gli acquisti di titoli azionari sono superiori alla media, negli ultimi cinque anni i ritorni da investimento in Borsa sono stati negativi per un -1,9% nel mese successivo al presentarsi di un simile fenomeno”, secondo i calcoli della banca d’affari. Non è un segnale promettente.
Giornata negativa per Piazza Affari e le altre principali Borse europee, che confermano una certa prudenza sia per le tensioni ancora presenti in Catalogna sia per l’avvio della stagione delle trimestrali in Usa. Sul fronte macro, buone indicazioni sono giunte dalla produzione industriale dell’Eurozona e degli Stati Uniti, dove sono calati anche le richieste di sussidi di disoccupazione. Prevalgono i ribassi a Piazza Affari, con il Ftse Mib che chiude in calo dello 0,68%, ancora penalizzato dalle perdite delle banche.
Giornata negativa per Piazza Affari e le altre principali Borse europee, che confermano una certa prudenza sia per le tensioni ancora presenti in Catalogna sia per l’avvio della stagione delle trimestrali in Usa. Sul fronte macro, buone indicazioni sono giunte dalla produzione industriale dell’Eurozona e degli Stati Uniti, dove sono calati anche le richieste di sussidi di disoccupazione. Prevalgono i ribassi a Piazza Affari, con il Ftse Mib che chiude in calo dello 0,68%, ancora penalizzato dalle perdite delle banche.
In Europa l’andamento è fiacco per le Borse europee principali. Piazza Affari cede lo 0,24% appesantita dai cali di qualche banca come Ubi Banca, Pop Emilia e Banco BPM. In Asia la Borsa di Shanghai ha chiuso poco variata dopo i rialzi della vigilia.