MILANO (WSI) – Si chiude con un alto livello di nervosismo la prima settimana post Brexit sui mercati azionari europei. Dopo aver digerito ieri in chiusura la notizia dell’ok delle autorità dell’esecutivo europeo allo scudo di liquidità da 150 miliardi per le banche italiane in crisi, soffocate da centinaia di miliardi di sofferenze, gli operatori oggi si concentrano sul ricco calendario di dati macroeconomici e sulle prossime manovre anti crisi delle banche centrali.
Già da domenica il governo potrà servirsi del sistema speciale di garanzie, approvato grazie al ricorso alle norme straordinarie che prevedono aiuti di Stato in caso di crisi. La prima a fare appello al piano per aumentare i livelli di capitale potrebbe essere Unicredit, che ha perso più del 50% del suo valore da inizio anno. Ci sono titoli del reparto che hanno anche visto la capitalizzazione ridursi del 75%. Il piano peserà sul debito pubblico e avrà un onere per gli istituti che decideranno di farvi ricorso.
Il mercato ha perso completamente fiducia nel reparto per via di una serie di fattori tra cui: l’incapacità degli istituti a restare redditizi in un contesto di tassi bassi, i costi elevati, il gigantesco portafoglio di crediti deteriorati da smaltire e i persistenti timori di obbligazionisti e azionisti che scatti il piano di bail-in in caso di difficoltà. Passata la paura Brexit, gli investitori sperano di vedere ora un intervento accomodante delle banche centrali. Ma gli analisti avvertono che i rischi sono orientati al ribasso.
Aspettando che la Banca d’Inghilterra tagli i tassi quest’estate, come promesso da Mark Carney ieri, e che la Bce ammorbidisca le regole sull’acquisto dei bond, gli asset rischiosi salgono di prezzo. Anche se la Cina deve fare i conti con l’ennesima delusione sul versante economico: l’indice Pmi cinese ha deluso. Tra gli altri mercati, corre l’oro, mentre il petrolio è in leggera ripresa. Il mega fondo pensione di Tokyo ha perso 45 miliardi di euro.
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Sull’obbligazionario il future sul Bund con consegna a giugno ha aperto stamane in calo di 79 tick a 166,33 lo spread tra Btp e Bund a 10 anni è a 128 punti base, con il rendimento del decennale italiano che si attesta all’1,19%.
Le prospettive di un taglio dei tassi di interesse già quest’estate da parte della Banca d’Inghilterra hanno affossato dalle ultime battute della seduta di ieri la sterlina. La divisa britannica scende nuovamente nei confronti del dollaro e cala ai minimi sull’euro.
Si prospetta un avvio positivo per i principali indici delle Borse europee. La settimana dovrebbe chiudersi in positivo dopo due sedute da incubo immediatamente successive al voto pro Brexit giovedì notte di una settimana fa.
L’indice Nikkei 225 della Borsa giapponese ha chiuso in progresso dello 0,68% a 15.682 punti. La settimana di rialzi ha permesso alle piazze finanziarie asiatiche di recuperare metà delle perdite causate dalla Brexit. Scatta la Borsa di Hong Kong (+2,89%) e rimane intorno alla parità l’indice composito di Shangai (+0,12%).
Le prospettive di un taglio dei tassi di interesse già quest’estate da parte della Banca d’Inghilterra hanno affossato dalle ultime battute della seduta di ieri la sterlina. La divisa britannica scende nuovamente nei confronti del dollaro (-1%) e cala ai minimi sull’euro (83,845 pence, i minimi dal 2014). Il costo del denaro è fermo allo 0,5% nel Regno Unito.
Sul valutario il cambio euro dollaro scambia a quota $1,1082. Gli investitori sono tornati a chiedere lo yen. La valuta nipponica è favorita dalla pubblicazione di dati per nulla entusiasmanti giunti da Cina e Giappone e guadagna terreno sia sul dollaro, sia sull’euro.
Tra le materie prime, il contratto sul petrolio Wti quota 48,45 dollari al barile, in lieve rialzo. Aiutano le prospettive di un recupero del mercato nel corso dell’anno, alla luce di una riduzione della produzione in eccesso.
Grazie all’arrivo di uno scudo di liquidità per le banche italiane e del nuovo intervento della Bce sui mercati è tornato l’appetito al rischio, che resta puntellato da acquisti selettivi. Piazza Affari apre in rialzo del +1% circa, con quasi tutte le blue chip che hanno il segno più. Senza sorpresa a fare da traino sono i titoli del settore bancario, a cui si affiancano Azimut e Saipem. In lieve controtendenza invece si segnalano Prysmian, Ferragamo e CNH Industrial.
Il fatto che la Commissione Ue abbia approvato il piano di scudo statale da 150 miliardi per le banche italiane ha spinto in rialzo i titoli dei gruppi più in difficoltà ultimamente. Unicredit, che ha perso più di due terzi di capitalizzazione da fine ottobre 2015 a fine giugno (da più di 6 euro ora ne vale circa 2), scambia in forte progresso.
Anche se è tornata la voglia di acquisti nell’azionario e il mercato ha riscoperto l’appeal degli asset rischiosi, non bisogna dimenticare che alcuni beni rifugio come i Bund e l’oro restano gli attivi con le performance più positiva da quando è stata votata la Brexit. Tra i metalli si è messo in grande evidenza l’argento.
Anche se è tornata la voglia di acquisti nell’azionario e il mercato ha riscoperto l’appeal degli asset rischiosi, non bisogna dimenticare che alcuni beni rifugio come i Bund e l’oro restano gli attivi con le performance più positiva da quando è stata votata la Brexit. Tra i metalli si è messo in grande evidenza l’argento.
Il fatto che la Commissione Ue abbia approvato il piano di scudo statale da 150 miliardi per le banche italiane ha spinto in rialzo i titoli dei gruppi più in difficoltà ultimamente. Unicredit, che ha perso più di due terzi di capitalizzazione da fine ottobre 2015 a fine giugno (da più di 6 euro ora ne vale circa 2), scambia in forte progresso.
Mercato obbligazionario italiano in forte rialzo nei primi scambi, sulle notizie stampa riguardanti un rilassamento delle regole riguardanti gli acquisti bond da parte della Bce. Secondo Bloomberg, alcuni governatori sarebbero favorevoli ad abbandonare il vincolo del capital key, secondo cui la Bce acquista titoli di Stato in proporzione alla quota detenuta dal singolo paese all’azionariato della Bce, portando ad un criterio che tenga conto delle dimensioni del debito pubblico dei vari paesi.
Le Borse europee hanno perso slancio a metà mattinata, con alcuni indici come il Cac francese che hanno virato anche in negativo. Piazza Affari cede lo 0,68% dopo che i titoli delle banche italiane hanno invertito rotta. Unicredit rientra a -2% dopo la sospensione per eccesso di ribasso.
Aggiornamento dai mercati a metà seduta:
– la Borsa di Londra si appresta a chiudere la settimana con il risultato migliore dal 2011. Il paniere FTSE 100 avanza di 23 punti (+0,4%), ma non va così bene a tutte le piazze finanziarie d’Europa. Lo stesso FTSE 250 britannico cede lo 0,2%;
– il DAX tedesco fa +0,04% a 9.684 punti;
– il Cac francese -0,1% a quota 4.235;
– il Ftse MIB italiano -0,5% a quota 16.124;
– l’Ibex spagnolo +0,2% in area 8.183.
Andamento dei futures Usa. Si prevede avvio debole.

L’euro oscilla ai massimi in due anni nei confronti della sterlina.

Piatta, in attesa dell’inizio delle contrattazioni a Wall Street, la performance dell’indice Ftse Mib di Borsa Milano. L’indice fa +0,07% a 16.209,51 punti.
Tra le banche italiane, sotto pressione ancora Unicredit con -4,82%; male anche Ubi Banca -1,86%, MPS resiste nonostante il no del Tesoro al pagamento degli interessi sui Monti bond in azioni (ma solo in contanti) e sale +2%. Bper -3,90%, BPM -0,76%, Intesa SanPaolo -1,59%. Tra i titoli di altri settori UnipolSai +2,75%, Saipem +1,26%, Poste Italiane +1,34%, Ferragamo -0,49%, Leonardo-Finmeccanica -0,61%, Eni +0,48%, Buzzi Unicem +3,06%.
Sono questi i titoli migliori del Nasdaq. Svetta il balzo di Netflix, dopo che Canaccord Genuity ha avviato la copertura sul titolo con rating “buy”, e target price a $120, commentando la decisione con la fiducia sulla solidità della crescita degli abbonamenti nel medio e lungo termine. Il broker ha precisato tuttavia che nei prossimi due trimestri la crescita dovrebbe essere meno certa.
A Wall Street gli indici azionari Dow Jones e S&P 500 sono orientati a chiudere la migliore settimana dallo scorso novembre. Da segnalare che i mercati azionari Usa riapriranno il prossimo martedì, visto che lunedì rimarranno chiusi in occasione delle celebrazioni per il Giorno dell’Indipendenza, il prossimo 4 luglio.
Tra i titoli peggiori del Nasdaq Micron Technologies, dopo che il produttore di semiconduttori ha reso noto di aver sofferto una perdita di 8 centesimi per azione, comunque inferiore di 1 centesimo rispetto a quanto atteso. Il fatturato ha invece deluso le stime. Micron ha anche reso noto che taglierà posti di lavoro, al fine di tagliare i costi, sulla scia della continua flessione della domanda delle sue memory chip.
Sulla borsa di Londra, l’indice Ftse 100 ha riportato il guadagno settimanale più forte da almeno il 2011, pari a +7,24%.

L’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo +0,60% a quota 16.295,78 punti. TRa le banche Unicredit sotto pressione con un calo di quasi -5%. Ubi Banca -1,94%, Mediobanca +0,97%, Bper -4,82%, BPM -1,33%, MPS +0,87%, Banco Popolare +1,59%. Tra i titoli di altri settori Saipem +3,26%, Poste Italiane +2,60%, Moncler +3,54%, Unipol +3,80%, UnipolSai +4,08%, Yoox Net A Porter +4,23%, Luxottica +2,22%, Buzzi Unicem +3,89%, Eni +2,07%.
L’agenda macro di oggi prevede in mattinata il dato sul PMI manifatturiero, relativo ai direttori acquisti, in Italia, Germania, Regno Unito e il dato aggregato Eurozona. Sempre nella Zona Euro è atteso il dato aggregato sulla disoccupazione. Nel pomeriggio negli Stati Uniti verrà diffuso il Pmi manifatturiero. In Asia ha deluso il Pmi della Cina.
Il Tesoro italiano rende noto inoltre l’andamento del fabbisogno del settore statale. Il Centro studi Confindustria, poi, presenta le nuove previsioni economiche alla presenza del presidente, Vincenzo Boccia, che poi partecipa all’assemblea generale di Federmeccanica.