MILANO (WSI) – Azionario in frenata anche in Europa dopo la battuta d’arresto di Wall Street che ha interrotto una serie positiva di tre sedute. La Borsa giapponese, inizialmente appesantita dall’andamento negativo dei listini azionari statunitensi dopo una serie di trimestrali societarie deludenti, ha invertito rotta sul finale e ha chiuso in buon progresso (+1,2%) una seduta che nella prima parte era stata difficile. Piazza Affari ha visto invece il Ftse Mib chiudere in lieve ribasso, attorno alla soglia di 18.680 punti.
Due titani dell’hi-tech, Microsoft e Google Alphabet, hanno registrato utili nel complesso deludenti. In Europa va in scena l’Eurogruppo e l’Ecofin. Per la prima volta si è parlato dell’ipotesi di un taglio del debito greco. In agenda anche il tetto ai titoli di Stato nei portafogli delle banche e lo scandalo dei Panama Papers.
La Banca del Giappone ha promesso di varare nuove misure di stimolo monetario, tra cui l’imposizione di tassi ancora più negativi. Le autorità prevedono la riduzione dei tassi di interesse e l’applicazione di interessi negativi anche al programma di prestiti agevolati al settore finanziario.
Tra gli altri mercati, Petrolio in ripresa grazie all’indebolimento del dollaro, che si è però rafforzato di quasi due punti percentuali sulla valuta giapponese superando l’area dei 111 yen per la prima volta in aprile. Sempre sul Forex, l’euro è sceso e nel finale si è portato a quota 1,1240 dollari.
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Tra gli altri mercati, il petrolio rallenta la corsa dopo aver toccato i massimi di novembre. L’euro si sta assestando nei confronti del dollaro dopo la seduta estremamente volatile di ieri che ha visto un balzo fino a quasi 1,14 dollari e un successivo ritracciamento in area 1,1270. Oro in difficoltà dopo che ieri aveva toccato i livelli più alti dall’11 marzo in area 1.272,30 dollari l’oncia. Al momento un’oncia vale 1.248 dollari.
Avvio negativo per le principali Borse europee, appesantite da una serie di trimestrali societarie deludenti. Non aiuta la mancanza di sorprese positive dalla riunione del direttorio della Bce e dalle dichiarazioni del presidente Mario Draghi.
Piazza Affari perde intorno allo 0,10% nelle prime battute dopo la delusione per la conferenza di stampa di Mario Draghi priva di sorprese. Negativi i titoli del lusso, Fca e Ferrari. Positivi invece i titoli bancari, A2A e Telecom. Bancari contrastati con MPS in calo.
Piazza Affari perde intorno allo 0,10% nelle prime battute dopo la delusione per la conferenza di stampa di Mario Draghi priva di sorprese. Negativi i titoli del lusso, Fca e Ferrari. Positivi invece la maggior parte dei titoli bancari, A2A e Telecom. MPS in calo.
Gli ultimi dati deludenti sul Pmi composito non hanno avuto un grande impatto sull’azionario e sul cambio euro dollaro, che rimane sostanzialmente invariato rispetto alla chiusura di ieri.
Flash dal fronte macro:
. In Italia sono cresciuti leggermente fatturato e ordinativi all’industria a febbraio.
. In Eurozona il Pmi composito ha deluso le aspettative in aprile. Sia la componente dei servizi sia il manifatturiero si sono posizionati sotto le previsioni.
. In Germania nella lettura preliminare l’indice Pmi manifatturiero ha segnato n rialzo a 51,9 punti contro i 50,7 punti della precedente rilevazione e rispetto alle attese che erano per un punteggio di 51.
. Sempre nella lettura preliminare l’indice Pmi manifatturiero della Francia si è attestato in aprile a 48,3 punti, meno dei 49,6 della passata rilevazione e anche dei 49,8 anticipati dagli analisti.
Le Borse di Germania e Regno Unito perdono circa un punto percentuale a fine mattinata. Intanto il petrolio ha iniziato a soffrire per le ultime notizie sul fronte dei fondamentali. Un congelamento della produzione appare quanto mai lontano. Un esperto dell’agenzia internazionale energetica EIA è convinto che Russia e Arabia Saudita pomperanno petrolio al massimo delle loro capacità.
Le Borse di Germania e Regno Unito perdono circa un punto percentuale a fine mattinata. Intanto il petrolio ha iniziato a soffrire per le ultime notizie sul fronte dei fondamentali. Un congelamento della produzione appare quanto mai lontano. Un esperto dell’agenzia internazionale energetica EIA è convinto che Russia e Arabia Saudita pomperanno petrolio al massimo delle loro capacità.
Nonostante tutto, i prezzi del greggio sono ben impostati per chiudere in rialzo per la terza settimana di fila. Il contratto sul Brent scambia in calo dello 0,3% a quota $44,39 al barile. Le quotazioni sono più di due terzi sopra i minimi del 2016.
Sul valutario, l’euro è sotto pressione e cede -0,19%, a $1,1267. Il dollaro balza sullo yen +1,21%, avvicinandosi a quota JPY 111.
Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio sono in rialzo, con il contratto WTI Crude che sale oltre $43 e il Brent che si posiziona oltre la soglia di $44.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund è in lieve calo e si aggira attorno a quota 121, a fronte di tassi sui BTP decennali attorno all’1,44%, in ribasso -0,24%, e tassi sui Bund tedeschi a 10 anni anch’essi sotto pressione, allo 0,23%.
Dopo una breve escursione in territorio positivo, il listino azionario italiano è tornato in rosso. Al momento il Ftse MIB cede lo 0,19% a 18.707,18 punti. Un titolo svetta in testa al paniere delle blue chip: è Mediobanca. Richiesti anche gli altri bancari, venduti invece Telecom, FCA, Luxottica e Ferrari. Oltre al lusso e all’auto è debole anche il settore energetico, malgrado la terza settimana di rialzi per il petrolio.
Dopo una breve escursione in territorio positivo, il listino azionario italiano è tornato in rosso. Al momento il Ftse MIB cede lo 0,19% a 18.707,18 punti. Un titolo svetta in testa al paniere delle blue chip sopra tutti gli altri: è Mediobanca (+4,8%). Richiesti anche gli altri bancari, venduti invece Telecom, FCA, Luxottica e Ferrari. Oltre al lusso e all’auto è debole anche il settore energetico, malgrado la terza settimana di rialzi per il petrolio.
Borsa Milano debole anche nel finale. A dieci minuti circa dalla fine della sessione, il Ftse Mib cede -0,17%, a quota 18.700 punti. Tfra le banche, Mps -1,30%, Bper +0,67%, BPM invariata, BP +1,22%, molto bene Mediobanca con +4,71%, Intesa SanPaolo -0,80%, Unicredit -0,28%, Ubi Banca +1,28%. Tra i titoli di altri settori Buzzi Unicem -2,11%, Campari -1,10%, Cnh Industrial -0,98%, FCA -2,65%, Ferrari -1,58%, Telecom Italia -3,25%, Saipem -1,84%,
Ssul fronte delle materie prime, in ripresa i prezzi del <strongpetrolio, con il contratto WTI Crude che balza +2,39%, a $44,21 al barile e il Brent che sale +2,45%, a $45,62. Oro sotto pressione, -0,43%, a $1.242,64.
L’indice Ftse Mib ha concluso la giornata di contrattazioni in calo -0,25%, a quota 18.687,04 punti.
Sul valutario, l’euro accelera al ribasso, ma stavolta il suo calo non riesce a risollevare Piazza Affari. La moneta unica cede -0,43%, a $1,1240. Boom di acquisti sul dollaro nei confronti dello yen. Il dollaro Usa vola di quasi +2%, a JPY 111,46 sulla scia delle speculazioni di nuove manovre di politica monetaria espansiva in Giappone. Anche l’euro segna un forte rialzo nei confronti dello yen, +1,42% oltre JPY 125.
Favorita dalle speculazioni di nuovi interventi di stimolo monetario, la Borsa di Tokyo ha guadagnato quattro punti percentuali in due sedute: dopo il +2,7% di ieri l’azionario ha aggiunto un altro computo positivo dell’1,2% nell’ultima giornata della settimana.