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Borsa Milano affossata ancora una volta dalle banche

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MILANO (WSI) – Appesantito dalle perdite dei bancari, l’azionario italiano non è riuscito a ritrovare la via dei rialzi dopo due sedute negative.

“Il mercato aspetta la Fed anche se le attese sono per un nulla di fatto sul fronte del rialzo dei tassi”, osserva a Reuters un trader di Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha chiuso così nel finale poco mosso, riportando un calo -0,18%, a 18.731,75 punti.

Sotto pressione le banche, che tuttavia hanno recuperato terreno, rimanendo tuttavia sotto pressione. Intesa SanPaolo -1,66%, Mediobanca +0,42%, Unicredit -0,41%, Ubi Banca -1,30%, Mps piatta nel finale così come BPM. Bper -0,36%, molto male Banco Popolare -3,73%, sulla scia delle indiscrezioni secondo cui il matrimonio BPM-BP starebbe ormai per saltare, confermando il flop del risiko sulle popolari appena iniziato. In altri settori male Luxottica -1,94%, Telecom Italia -0,76%, FCA +2,65%, Finmeccanica +1,96%.

Corsa delle quotazioni del petrolio, che rimbalzano dopo la due giorni peggiore da un mese a questa parte. Ad aiutare la risalita dei prezzi hanno contribuito i nuovi dati sulle scorte americane, che sono cresciute meno del previsto, e le indiscrezioni circa un vertice tra membri dell’Opec e non ad aprile. Il Brent e il Wti hanno giadagnato quasi +4%, con il contratto sul WTI Crude che si sta riavvicinando alla soglia dei $38 e il Brent che ha superato la soglia di $40 al barile.

Un vertice tra i maggiori paesi esportatori di greggio circa un congelamento coordinato della produzione si terrà a metà aprile con o senza l’Iran, secondo quanto riferito da Reuters che cita alcune fonti informate sui fatti.

Attesa per la decisione della Fed in materia di tassi di interesse. Nonostante la ripresa dei prezzi al consumo, difficilmente assisteremo a una stretta monetaria prima di aprile o forse persino giugno. Il lavoro è solido a parte il calo dei salari. Ma il problema riguarda le aspettative, più che i dati reali attuali.

I dubbi sono non solo sullo stato di salute dell’economia, ma anche sul futuro politico nell’anno delle elezioni presidenziali. Osbourne dovrebbe riportare una riduzione delle stime di crescita e un ulteriore taglio della spesa pubblica.

In ambito di notizie societarie, un’operazione ruba l’attenzione degli operatori in particolare: la fusione tra pari, tra le Borse di Londra e Francoforte. I due titoli hanno guadagnato il +27% e +6% rispettivamente negli ultimi 30 giorni in cui si sono rincorse voci e notizie concrete sul matrimonio tra Lse e Deutsche Bourse.

In Asia le principali piazze finanziarie cedono terreno. Hanno chiuso in rosso la Borsa di Tokyo e quella di Sidney. Il governatore della Banca del Giappone è pronto a tagliare ancora i tassi, fino al -0,5%. Nuovi stimoli monetari potrebbero creare condizioni di instabilità e dimostrano come Kuroda sia disperato e/o abbia ormai finito le munizioni.

Intanto cresce l’ansia sulle linee guida che la Federal Reserve fornirà su inflazione e ripresa. I mercati dei Fed Funds sono pronti a scommettere su un rialzo solo dei tassi quest’anno, mentre Janet Yellen ha parlato di 3-4 strette monetarie che riporterebbero il costo del denaro all’1%.

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