Economia

Riforme bocciate, UE: aggiustamenti entro aprile

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ROMA (WSI) – Le riforme del governo italiano non superano il test dell’Ue. Al pari di Bulgaria, Croazia, Portogallo e Francia, in Italia gli squilibri macroeconomici, debito pubblico e tasso di disoccupazione in primis, restano “eccessivi” secondo la Commissione dell’Unione Europea.

Evitata la procedura, nonostante il richiamo ufficializzato oggi con una lettera, ora l’Italia prepara nuovi tagli alle spese, l’imposizione di un tetto alle detrazioni, e un nuovo round di privatizzazioni, che avrà al centro la vendita delle municipalizzate. Per gli aggiustamenti c’è tempo fino ad aprile. Cinque sono i paesi che, ritenuti a rischio di non rispettare le regole di bilancio, hanno ricevuto via missiva un avvertimento comunitario: Finlandia, Romania, Belgio e Croazia. A questi si aggiunge la Spagna, alla quale la Commissione farà recapitare una raccomandazione formale.

Il premier Renzi, che oggi a Venezia vedrà il presidente francese Hollande con il quale cercherà di gettare le basi per un asse anti austerity in Europa, ha promesso che non ci sarà una manovra finanziaria di aggiustamento. Ma delle modifiche andranno apportate e va fatto entro un mese.

“Sono state prese misure per riformare il mercato del lavoro, le istituzioni, per affrontare i crediti deteriorati, la pubblica amministrazione, giustizia ed istruzione. Ma restano dei ‘gap’ da colmare, specialmente su privatizzazioni, contrattazione collettiva, spending review, misure per aprire il mercato, fisco e lotta alla corruzione”.

Secondo quanto reso noto dall’organo esecutivo dell’Ue, tuttavia, per nessuno di essi scatterà una procedura con richiesta di correzione. Nel voto sugli squilibri dato all’Italia si precisa che la terza economia dell’area euro e l’ottava al mondo per pil nominale, non ha raggiunto l’obiettivo di medio termine di raggiungimento di un pareggio strutturale di bilancio, perciò è soggetta alla regola del debito.

L’alto debito, la costante bassa competitività, le sofferenze bancarie pari al 18% del Pil, la disoccupazione a doppia cifra, sono tra gli squilibri principali segnalati dalla Commissione.

Nel documento si ricorda che “l’alto debito e la protratta debole produttività implica rischi per il futuro, con rilevanza transnazionale”. Inoltre, “la lenta risoluzione delle sofferenza bancarie pesa sui bilanci delle banche e l’alta disoccupazione a lungo termine sulle prospettive di crescita. La riduzione del debito richiederebbe avanzo primario e crescita sostenuta”.

Il governo Renzi potrà rifarsi tra un mese, quando presenterà a Bruxelles il suo programma di stabilità. Allora però i pericoli e venti contrari esterni potrebbero essere aumentati, rendendo più difficile il compito dell’esecutivo di un paese che non cresce da una ventina di anni ormai.