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Olanda alle urne, test per euro e Btp

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Riflettori dei mercati puntati sulle elezioni olandesi, primo test elettorale sulla tenuta della Ue davanti allo tsunami populista, prima che arrivino quelli in Francia e Germania. Oggi saranno 12,8 i milioni di elettori chiamati alle urne fra le 7,30 e le 21 per rinnovare i 150 seggi della Camera Bassa e scegliere quindi tra la continuità di un governo che ha saputo gestire la crisi con risultati da record e l’insofferenza per una questione migratoria.

L’intera campagna elettorale è stato un braccio di ferro tra il premier uscente, il liberale di destra Mark Rutte e Geert Wilders, leader del Pvv, il partito islamofobo e antieuropeista, che ha saputo imporre la sua scarna agenda populista al centro del dibattito politico.

In attesa dei risultati definiti, gli analisti di Ubs, in un report odierno scrivono:

“il partito antieuropeista “Partito per la Libertà”, guidato da Geert Wilders, è destinato a quasi raddoppiare la sua quota di seggi parlamentari in questa tornata elettorale, facendo sempre più notizia in tutto il mondo per il suo impegno a realizzare un referendum sull’Unione Europea“.

Allo stesso tempo,

“tutti gli altri partiti chiave, per ora, hanno chiuso le porte ad una possibile coalizione con il ““Partito per la Libertà”. Gli interminabili colloqui di coalizione potrebbero tradursi nell’affidamento della carica di Primo Ministro a Mark Rutte a capo della più grande coalizione dagli Anni 70”.

Dal punto di vista dei mercati, per gli esperti della banca elvetica l’elezione olandese

“è la prima di una serie di importanti elezioni in Europa. Una vittoria schiacciante per i populisti in Olanda può incrementare le fortune dei populisti nelle elezioni francesi, tedesche e italiane, così come potrebbe mettere pressione sull’euro, nel breve periodo, e sulle obbligazioni di paesi come la Francia e l’Italia”.

Intanto, alla vigilia del voto il Peilingwijzer’, sito che aggrega sei diversi sondaggi, da’ in testa il Vvd con poco più del 17% (tra 24 e 28 seggi), con il Pvv attorno al 14% (tra 20 e 24 eletti).  Ma qualunque sarà l’esito del voto (che sarà anticipato da un exit poll alle 21, mentre lo spoglio – manuale – andrà avanti nella notte), la certezza di avere una stabilità di governo non c’è e da domani il vero rompicapo sarà comporre l’eventuale coalizione di governo. Il risultato ufficiale sarà annunciato solo il 21 marzo.