Economia

Monti, io Dracula del fisco? “Renzi mi fa pena”. E “noi aiutammo Mps”

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Mario Monti a tutto campo: nel videoforum su Repubblica.it, parla di globalizzazione, di protezionismo, di Europa, e non rinuncia a ribattere alle recenti dichiarazioni rilasciate dall’anche lui ex premier Matteo Renzi, che ha chiaramente invitato l’Italia ad “abbandonare il modello Dracula”: riferendosi, con questa frase, allo Stato e al fisco che hanno dominato i vecchi governi di centrosinistra e al governo dello stesso Monti.

Renzi mi fa pena, perché per tornare al governo parla di una politica fiscale più amica, che in realtà mi sembrava stesse facendo già da tre anni. Ma se dopo tre anni deve attaccare altri se lui non è riuscito a far ripartire l’Italia… Il vero problema è esattamente la lotta all’evasione fiscale. Se draculiana è l’IMU bisogna ricordare che eravamo in condizioni di emergenza. Non credo sia stata una buona idea la scelta (di Renzi) di distribuire molti bonus di varia natura, con finalità elettorali e referendaria, per incidere sul cuneo fiscale e ridare slancio all’economia. Ma, caro Renzi, non so chi ci creda più a queste accuse dopo aver sprecato tre anni nell’azione di governo per giocarsi tutto sulla finalità del referendum costituzionale“.

Monti: se procedura infrazione Ue grosso danno per Italia

Sulla richiesta di una manovra correttiva da parte dell’Ue a cui l’Italia deve dare una risposta entro domani, Monti avverte:

“Se partisse la procedura d’infrazione per disavanzo sarebbe un grosso danno. La reputazione è importante. Ora riusciranno a dire che Monti vuole un’altra manovra. Cari signori, non dovevate trovarvi a questo punto”. L’ex premier ricorda che “quando Renzi ha condotto la sua battaglia contro l’Europa, più davanti all’opinione pubblica italiana che nelle stanze europee, l’ha centrare tutta sulla flessibilità. Il mio consiglio: bisogna costruire un sistema di alleanze con altri Paesi per arrivare a una modifica del Patto di stabilità. Per arrivare a nuove regole che ammettano che investimenti pubblici seri possano essere messi in cantiere al di fuori del calcolo sui conti. Ma trovo pericolosissimo che esponenti del governo stiano dando l’idea che l’Europa ostacoli l’Italia nel mettere a posto le scuole. Si distrugge un’opinione pubblica. Quello che dice l’Europa non è oro colato. Ma va cambiato il quadro, le regole del gioco. Senza dare all’estero l’idea di un mercanteggiamento”.

Monti: critiche alla povera ministra Fornero

Riferimento anche alla questione degli esodati e dell’ ottava salvaguardia, con il tema che viene riproposto a Monti da un lettore di repubblica, che gli chiede: “Professore, quando si alza al mattino ha un pensiero per noi?” Monti risponde così:

“Di salvaguardie per gli esodati ne sono state fatte almeno otto, tra me e Renzi. E non è finita. Se l’Italia avesse fatto una riforma delle pensioni a tempo debito, ricordo il 2008 e lo scontro tra Forza Italia e Lega nel governo Berlusconi.. La situazione mi preoccupa, non è facile garantire a tutti uno ‘scorrimento’ facile. Ma teniamo conto che è una riforma che abbiamo dovuto fare in tre settimane dal giuramento del mio governo. Probabilmente la riforma non la rifarei così, ma osservo anche che a parte la montagna di critiche lanciate alla riforma e alla povera ministra Fornero, nessun governo successivo vi ha messo mano incisivamente. Una riforma approvata con una maggioranza del 70, 80 per cento”.

Sul nodo delle banche e rispondendo alla domanda sul sistema bancario italiano, così Monti:

“Il nostro sistema bancario è meno a rischio rispetto ad altri Paesi, ma è a rischio rispetto a ieri, per via della paralisi causata dal referendum quando invece andavano fatte certe cose. Ai tempi del mio governo c’era un problema Monte Paschi, che aiutammo. Ma dire che bisognava risolvere un problema banche non ha senso: perché quel problema non c’era. E se c’era era rappresentato dalla grande quantità di titoli di Stato che le banche avevano in pancia. Noi dovevamo salvare esattamente quello, le finanze del Tesoro”.

Monti su Trump: successo slogan “America First”

Sul tema della globalizzazione, delle minacce di protezionismo inaugurate con l’era di Donald Trump:

La globalizzazione va governata. Perché ci sono vantaggi nel commercio, ma anche nella finanza internazionale, che a volte reca certi danni. Non va reso oneroso il commercio con i dazi, va promossa un’apertura equilibrata dei mercati. L’Europa si gioca moltissimo col mercato unico, che è aperto ma non disarmato. Nel campo della concorrenza la Ue e la Commissione possono tenere sotto controllo e imporre soluzioni anche alle grandi imprese americane. Grande impressione ha fatto quello slogan di Trump, America first. E i nostri leader nazionalisti hanno trovato in questo una legittimazione. Ma faccio notare che Trump non ha detto Florida first o Nevada first, ha detto America first. E allora è importante che gli europei reagiscano a questo”.

Certo, per l’ex premier:

“C’è una parte della Ue che fa il suo lavoro. La Commissione, la Bce. Quello che viene a mancare è il Consiglio europeo. Dove i capi di Stato e di governo si riuniscono per decidere. Ma o decidono cose con formulazioni ambigue per poi sottrarsi agli impegni o non le applicano del tutto. Il problema è che singoli capi di Stato e di governo stanno distrugendo la Ue. Kohl e Mitterrand la costruivano, oggi loro la distruggono. Forse, tranne la Merkel, nessuno oggi è davvero un leader. Agiscono solo alla ricerca del consenso, a costo di mandare in frantumi la Ue”.