IMU
La sigla IMU indica l’Imposta Municipale Unica o imposta municipale propria.
Si tratta di una tassa di possesso sulle componenti immobiliari del patrimonio e aggrega in sé l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), i redditi fondiari su beni non locati e l’imposta comunale sugli immobili (ICI).
L’IMU è stata introdotta nel 2011, durante il corso del quarto Governo Berlusconi, nell’ambito attuativo del federalismo fiscale. Era prevista l’entrata effettiva in vigore dell’imposta a partire dal 2014, la quale avrebbe dovuto interessare gli immobili diversi dall’abitazione principale.
Tuttavia, il Governo tecnico guidato da Mario Monti, nel corso della cosiddetta manovra Salva Italia, ha modificato sostanzialmente i contenuti del decreto legislativo per necessità legate all’urgenza di un intervento mirato alla crescita e al risanamento dei conti pubblici.
L’IMU ha sostituito, nei fatti, la tassa ICI sulla prima abitazione e la sua applicazione è stata anticipata in via sperimentale al 2012, stabilendone l’effettiva decorrenza dall’anno 2015. Inoltre, attraverso l’aggiunta di nuovi moltiplicatori sulle rendite catastali, la base imponibile ha subito un sensibile aumento.
Nel primo anno di vigenza dell’imposta sono stati ricavati circa 4 miliardi di euro dalla prima casa, quasi 11 miliardi su seconde proprietà e 9 miliardi da negozi, laboratori e ambienti industriali.
L’IMU è stata, fin dalla sua entrata in vigore, soggetta a pesanti critiche in quanto non perfettamente aderente al principio di progressività della tassazione: si contesta, nello specifico, il suo tenere conto esclusivamente del valore dell’immobile esente da effettiva valutazione sulla reale capacità contributiva del possessore.