Il sentiment di mercato è mutato. Lo dice l’andamento dello spread tra i future sul cross euro dollaro a un anno (dicembre 2019) e i contratti che ricalcano l’andamento previsto esattamente un anno dopo, per al fine del 2020. Poco tempo fa, all’inizio dell’estate, la curva tra i due contratti si era invertita, segnalando la possibilità che la Federal Reserve avesse intenzione di interrompere il ciclo dei rialzi dei tassi di interesse a partire dall’anno prossimo.
Oggi l’inversione non è più d’attualità, con le cose che sono tornate per così dire alla normalità: il valore del 2020 è superiore a quello del 2019. Questo significa che il mercato, nella convinzione che la crescita dell’economia continuerà ad accelerare negli Stati Uniti e l’inflazione a surriscaldarsi, non implica più su un piano di espansione monetaria dal 2020, bensì punta su nuove strette monetarie non soltanto l’anno prossimo ma anche quello successivo.
Secondo l’head of cross-asset strategy di Nomura, Charlie McElligott, nella riunione di dicembre la Fed potrebbe assumere un atteggiamento più da falco, optando per la rimozione dal comunicato della frase “le politiche rimangono accomodanti”. È lo stesso analista che aveva sottolineato a fine agosto che i mercati fiutavano uno stop al ciclo di rialzi del costo del denaro dal 2019.
In una email ai clienti, lo strategist della banca giapponese, scrive che l’inversione dello spread è un elemento importante che lui stesso aveva messo in evidenza fin da quest’estate e che sposava lo scenario di una recessione economica per l’America nel 2020.
Economia Usa metterà il turbo: crescita anche nel 2020
Se il mercato ora punta su un rialzo dei tassi anche quell’anno, qualcosa che la Fed non farebbe mai in caso di recessione, è chiaro che il sentiment di mercato è cambiato in modo drastico nei confronti della situazione economica e che gli investitori ora prevedono un prosieguo della crescita almeno fino all’inizio del 2021.
McElligott concorda con la loro visione e dice che l’inversione dello spread dell’euro dollaro tra i future EDZ9 (2019) e quelli EDZ0 (2020), era la prova che il mercato dava come più probabile un taglio dei tassi piuttosto che una stretta monetaria nel 2020.
Ora con lo spread che è tornato a esprimere valori positivi in settembre, il mercato propende più verso la possibilità che assisteremo a un’altra stretta monetaria nel 2020, sulle ali di un previsto rafforzamento dell’economia. Il mercato crede che le misure di Donald Trump siano riuscite a “risvegliare gli spiriti animali dell’economia”, come ha osservato il premio Nobel per l’Economia Robert Shiller qualche settimana fa.
Il messaggio è chiaro e forte: il mercato è ora più fiducioso circa le prospettive di crescita della prima economia al mondo, ridimensionando la tesi circa “un rallentamento/recessione dell’economia”. È ancora presto, insomma, secondo il mercato per sancire la fine del ciclo rialzista.