Oggi fari puntati sulla prima riunione del Consiglio direttivo della Bce di Mario Draghi. Le parole del banchiere saranno attentamente monitorate, dopo che nell’ultimo meeting di dicembre era arrivato l’annuncio di ridurre la portata del piano di Quantitative Easing, a partire dal mese di aprile. E’ in gioco la stessa credibilità della BCE, che rischia di scatenare le solite ire dei falchi tedeschi terrorizzati dall’inflazione: una inflazione che in BCE sta tornando, come certificano gli ultimi dati macro.
Un prematuro tapering da parte di Draghi potrebbe tuttavia avere ripercussioni negative su un’Quantitative Easing, quella dell’area euro che, nonostante i miglioramenti, rimane tuttora debole e messa sotto pressione dal diktat onnipresente di fare ordine nei conti pubblici che assilla tutti i paesi dell’Unione europea.
Manca inoltre solo un giorno all’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump e le sue ultime dichiarazioni hanno già scatenato una tempesta sul forex, che rischia di tradursi in una escalation della guerra valutaria e penalizzare ancora di più l’area euro, alle prese con una valuta, appunto l’euro, che rimane ostaggio del desiderio dei tedeschi di avere una moneta forte.
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