Economia

Greenspan: nuova crisi scoppierà in Italia o in Grecia

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La prossima crisi scoppierà in Italia o in Grecia secondo le stime di Alan Greenspan. L’ex presidente della Federal Reserve, in carica dal 1987 al 2006, è “enormemente preoccupato” dai saldi Target 2, il sistema che regola i pagamenti interbancari fra i diversi paesi dell’Eurozona. Italia, Grecia e Spagna presentano un saldo in profondo rosso.

Secondo Greenspan, nessuno ne parla ma è il vero problema da risolvere in area euro. Significa che Italia, Grecia e Spagna devono un mucchio di soldi alla Germania, a cui hanno chiesto dei crediti per esempio per comprare auto, elettrodomestici e altri prodotti fabbricati da imprese tedesche. I beni sono stati consumati, ma i prestiti non sono stati ancora restituiti.

Il meccanismo di prestiti interbancari Target 2 è “indispensabile”, secondo Greenspan, dal momento che la Bce è costituita dalle banche centrali dei singoli Stati membri. Mentre l’ex numero uno della banca centrale americana fa fatica a criticare il dollaro Usa, nell’intervista concessa alla testata francese Economie Matin a Baltimore, alle domande sull’euro della giornalista e analista finanziaria Simone Wapler, direttrice editoriale delle Pubblications Agora, si è invece espresso liberamente.

Il sistema Target 2 (vedi grafico sotto) stabilisce a livello nazionale chi deve del denaro a chi. Gli squilibri creditizi tra i paesi virtuosi e quelli finanziariamente più fragili dell’Eurozona sono enormi. A auna domanda su Brexit, Trump, repressione finanziaria contro i risparmi e inversione del ciclo dei tassi di interesse, Greenspan ha dato una risposta completamente off-topic:

“Lasciate che vi dica una cosa. C’è una cosa che mi preoccupa enormemente, di cui nessuno parla. Presso la Bce c’è un meccanismo indispensabile, chiamato Target 2”.

I crediti ancora non restituiti sono custoditi presso le banche centrali nazionali. Greenspan ha citato per primi i due paesi più indebitati dell’area euro, la Grecia e l’Italia, come possibili detonatori della prossima crisi, dimenticandosi di citare la Spagna, il cui saldo in negativo nel sistema dei prestiti interbancari è pari a quello del nostro paese.

Senza contare che la crisi del debito pubblico greco è tutt’altro che risolta. Il Fondo Monetario Internazionale ha di recente minacciato ancora una volta l’intenzione di non far più parte della troika dei creditori, citando l’insostenibilità del passivo statale di Atene, definito “esplosivo”. Secondo i calcoli dell’Fmi le linee creditizie offerte dall’Eurozona non sono abbastanza per ripianare il debito greco. Risultato: la tensione è tornata a salire sui mercati dei titoli di Stato.

Cos’è Target 2 e perché è un problema per l’Italia

A novembre 2016, secondo i calcoli della Bce, il saldo in deficit Target 2 dell’Italia ammontava a 386 miliardi di euro. In caso di uscita dall’area euro, ha fatto sapere Mario Draghi, la Banca d’Italia custode di questi prestiti dovrebbe restituire l’intera somma. Si tratta di una sorta di rosso della bilancia dei pagamenti che l’Italia ha nei confronti del resto dell’Eurozona.

Il deficit italiano nel sistema che regola i pagamenti interbancari fra i diversi Paesi dell’Eurozona, è ripianato tramite l’erogazione, da parte della Bce, di liquidità addizionale a favore della Banca d’Italia. Questa liquidità ha raggiunto negli ultimi mesi uno stock analogo a quello sperimentato nel 2011, quando a generare squilibri era la fuga di capitali dai paesi periferici al centro dell’Eurozona dovuta alla paura di disgregazione monetaria.

Ora come ora, invece, ha spiegato Draghi nella lettera di risposta a un’interrogazione di due eurodeputati del M5S che volevano informarsi sulle possibilità e sui costi di un’uscita dell’Italia dall’Eurozona (Italexit), “il recente incremento dei saldi Target2 riflette in prevalenza i flussi di liquidità derivanti dal programma di acquisto di asset”, ossia dal Quantitative Easing.

Come potrebbe avvenire l’eventuale restituzione dei debiti in caso di Italexit l’ha provato a ipotizzare l’economista post-keynesiano Bill Mitchell, dell’Università di Newcastle: “data la natura decentralizzata dell’Eurosistema e il fatto che ogni banca centrale di ogni stato membro opera sotto il sistema legale della nazione in cui opera, le transazioni che hanno portato a bilanci Target2 divergenti sono definite dalle leggi nazionali. In tal caso, l’Italia potrebbe annunciare alla Bce che la Banca d’Italia chiuderà il suo conto Target2 usando le lire a un tasso di cambio di sua scelta”. A quel punto sarebbe dura per la Bce opporsi.