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Fuga dai fondi obbligazionari emergenti: deflussi ai massimi da 17 anni

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È fuga dai fondi obbligazionari dei mercati emergenti. Complice l’inasprimento delle politiche monetaria delle banche centrali,  i deflussi netti da inizio anno sono stati pari a 50 miliardi, mai così elevati da ​​almeno 17 anni, secondo i dati raccolti da J.P. Morgan.“È un dato piuttosto drammatico”, ha affermato al Financial Times Marco Ruijer, gestore di portafoglio dei mercati emergenti presso William Blair, aggiungendo che la combinazione di inflazione globale in aumento, inasprimento della politica monetaria della banca centrale e invasione russa dell’Ucraina è culminata in “una tempesta perfetta” per i mercati emergenti debito.

L’indice di riferimento delle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti denominate in dollari, il JP Morgan EMBI Global Diversified, ha generato un calo dei rendimento del 18,6% nel 2022,  spianando così la strada alla peggiore corsa annuale mai registrata.

La ragioni della fuga dagli emergenti

Ma che cosa ha spinto gli investitori ad allontanarsi dal debito dei paesi emergenti? Prima di tutto, i bond dei mercati emergenti sono generalmente considerati più rischiosi delle loro controparti dei mercati sviluppati.

Vai poi detto che, i mercati emergenti avevano già sofferto in modo sproporzionato a causa delle difficoltà finanziarie durante la pandemia di coronavirus.  L‘aumento dei tassi della Federal Reserve quest’anno e i piani per ulteriori in arrivo hanno dato il colpo di grazia perché hanno aumentato i rendimenti che gli investitori possono guadagnare detenendo un debito statunitense considerato ultra sicuro.

Lo shock globale ai prezzi delle materie prime innescato dalla guerra della Russia in Ucraina è stato un vantaggio per alcuni paesi in via di sviluppo esportatori di materie prime. “Gran parte del nostro universo sono esportatori di materie prime, quindi molti di questi paesi stanno avendo un guadagno inaspettato”, ha affermato Ruijer.

Tuttavia, i grandi importatori di energia come la Turchia stanno affrontando una fase particolarmente difficile a causa dell’aumento del costo delle materie prime come il petrolio, poiché la maggior parte delle commodity ha un prezzo in dollari. ne consegue che un indebolimento delle valute dei paesi dei mercati emergenti rispetto al biglietto verde amplifica ulteriormente le pressioni sui costi.