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Eurozona, Credit Suisse: elezioni Francia rischio numero uno

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Le elezioni presidenziali che si terranno questa primavera in Francia sono “il rischio esistenziale più grande per l’Europa”. L’avvertimento viene da Credit Suisse, i cui strategist sostengono che la vittoria del candidato del partito dei conservatori Francois Fillon potrebbe essere un bene per l’economia della seconda potenza dell’area euro e che anche un trionfo del candidato di centro Emmanuel Macron sarebbe da salutare come una buona notizia per la Francia e l’Europa in generale.

Entrambi sono europeisti convinti e rappresentano l’unica alternativa credibile, per lo meno se ci si basa sui sondaggi, a Marine Le Pen. Quello che preoccupa di più gli analisti della banca svizzera è senza sorprese la leader del Front National. Se la candidata del partito euro scettico di destra radicale, dovesse spuntarla – visto il sistema elettorale del doppio turno in Francia è difficile ma non impossibile – i suoi poteri sarebbero limitati perché alle elezioni legislative di giugno non riuscirebbe a ottenere la maggioranza alla Camera.

Detto questo se Le Pen dovesse vincere verrebbe messa la stessa esistenza dell’area euro. Cavalcando l’onda del successo di Donald Trump in Usa e del fronte del Leave nel referendum della Brexit, entrambi eventi che hanno sconvolto ma non abbattuto i mercati nel 2016, leader del Front National ha messo la questione dell’insoddisfazione per il progetto dell’Eurozona al centro della sua campagna elettorale.

Il candidato del partito socialista alle elezioni presidenziali in Francia, Benoit Hamon, 49enne fresco vincitore delle primarie, è stato scelto con un programma che ha come proposta faro, che lo distingueva da tutti gli altri sei sfidanti, un reddito universale per tutti. Il piano per un reddito di cittadinanza circola da circa 500 anni, ma è sempre stato difficile metterla in pratica per i costi elevati per le finanze pubbliche.

Secondo il dissidente politico, che si è dimesso da ministro del governo Hollande in disaccordo con alcune politiche dell’ex segretario del suo partito, il reddito universale è l’unica soluzione per affrontare il mondo del lavoro del futuro e ridurre le disuguaglianze economiche, in un mercato occupazionale in graduale cambiamento. L’offerta di impiego a tempo pieno e a lungo termine è sempre più limitata.

Tassare le attività finanziarie e i robot industriali, secondo lui, dovrebbe essere sufficiente a finanziare l’esborso di un reddito di 750 euro ciascuno in un primo momento. L’idea dell’ex ministro dell’Istruzione ed ex capo del gabinetto dell’Economia Solidale è quella di dare la somma a tutti i francesi, partendo però dai più giovani e bisognosi. L’obiettivo è far confluire in un unico reddito il sistema di welfare e sussidi attuale, per combattere la povertà e sopperire alla mancanza di offerte di lavoro.