Economia

Con piano B di Savona, “lunghe file agli sportelli”

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Il piano B di Savona “è un Incidente”. Così dalle pagine de Il Foglio Mario Seminerio, investment manager responsabile del blog Phastidio, che bolla il piano studiato dal ministro degli Affari europei in caso di attacchi speculativi e di mancanza di appoggio della Bce.

Secondo Savona la soluzione sarebbe quella di chiedere aiuti alla Russia o ad altre entità esterne.

Il progetto, spiega con toni ironici il commentatore di idee liberiste, passa per la “creazione di un veicolo d’investimento, garantito dal patrimonio immobiliare dello stato, destinato a emettere proprio debito, talmente appetibile da indurre i possessori di Btp a effettuare il concambio su base volontaria.

“Durante i sette biblici anni dell’operazione, necessaria secondo Savona a liberarci dal ‘ricatto’ dei mercati, lo Stato avrebbe dovuto evitare di emettere nuovo debito e di conseguenza mantenere un rigoroso pareggio di bilancio, assai poco compatibile con le pulsioni di spesa dell’esecutivo di cui Savona fa oggi parte”.

Un incidente, scrive Seminerio, che spiega i motivi della sua contrarietà.

“Chiedere che la Bce diventi “prestatore di ultima istanza” non significa nulla, visto che già lo è. Diventa forse più chiaro se a quella espressione si attribuisce il significato di ‘preposta alla monetizzazione del debito pubblico emesso dagli Stati’, dal nostro nella fattispecie, il che è ovviamente vietato dai trattati, e anche un bimbo saprebbe che cambiare i trattati su queste basi è impossibile. La variante a questa “idea”, quella di fissare uno spread massimo, è esattamente la stessa violazione al divieto di finanziamento degli stati da parte della Bce, che si occupa di politica monetaria e non di quella fiscale.

“Altro punto controverso è quello relativo al reperimento di investitori esteri per i nostri Btp. Che già di per sé stride con le velleità nazionalistiche di riacquisto di tutto il nostro stock di debito, per non dover dipendere dalla “gentilezza degli stranieri”, ma diventa una pièce teatrale che avrebbe potuto scrivere Ionesco (noto drammaturgo appartenente alla corrente del teatro dell’assurdo, NdR) quando scopriamo chi sarebbero i candidati acquirenti”.

La Russia non ha manco occhi per piangere, ma dalle nostre parti c’è chi la considera una potenza finanziaria planetaria, al punto da ritenere (sempre Savona, in audizione parlamentare) che basti la loro garanzia, senza bisogno di metterci soldi veri, per far scappare gli speculatori con la coda tra le gambe”.

La conseguenza inevitabile, aggiunge Seminario, saranno file agli sportelli che riportano alle mente le immagini di qualche anno fa che arrivavano dalla Grecia in crisi.

“Ne deriverebbero seri problemi al sistema dei pagamenti, con tesaurizzazione delle banconote in euro e scompensi profondi all’operatività delle banche, che sarebbero costrette (ope legis, prima che per acuta decisione del loro management) a contingentare i prelievi e i pagamenti all’estero. Il problema sarebbe tuttavia attenuato dal fatto che andiamo verso la stagione invernale, quindi i pensionati in coda davanti ai bancomat non soffrirebbero il caldo e verosimilmente non avremmo quelle spiacevoli scene di svenimenti viste in Grecia”.