Dopo la caccia ai beni rifugio, che si è tradotta nei corposi guadagni di asset finanziari considerati sicuri, come yen e oro, i mercati azionari tentano di un appiglio per risalire dai minimi. Ci riesce Piazza Affari, che riporta un guadagno di mezzo punto percentuale circa.
Il discorso del premier britannico Theresa May, pur confermando la volontà del Regno Unito di uscire dal mercato unico dell’Unione europea, ha avuto toni meno perentori di quanto gli investitori temessero.
Soprattutto, si guarda alla dichiarazione con cui May ha confermato che il Parlamento UK voterà in ogni caso su un eventuale accordo tra le controparti. Lo spauracchio Brexit torna a fare meno paura e la conseguenza è il balzo della sterlina, che segna nei confronti del dollaro un balzo superiore a +2%, riconquistando quota $1,23 dopo che nei giorni scorsi era scivolata anche sotto la soglia di $1,20. Quella di oggi, per la sterlina, è la sessione migliore dal 1998.

La sterlina beneficia anche del brusco dietrofront del dollaro, che perde nei confronti delle principali valute dopo che il Wall Street Journal ha riportato che, secondo Donald Trump, il valore del dollaro sarebbe troppo alto, in parte in quanto la Cina tiene sotto pressione la sua valuta.

Da segnalare sui mercati asiatici che lo yen ha continuato la fase rialzista più duratura dalla corsa legata alla paura della Brexit dello scorso anno, trascinando al ribasso l’indice azionario giapponese Topix, che ha sofferto la perdita peggiore da novembre.
Sul Ftse Mib di Piazza Affari, focus sul calo di Mediaset -con l’appeal speculativo che si smorza dopo che la nota con cui Agcom ferma Vivendi e sul trend di FCA, al centro dello scontro tra la Germania e l’Italia sulla gestione del caso emissioni.
Oggi il titolo beneficia degli ottimi risultati sulle immatricolazioni in Europa, che hanno confermato ancora una volta come il colosso dell’auto stia facendo meglio del mercato.
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I titoli migliori e peggiori in Europa.


Lieve rialzo per l’indice Ftse Mib: focus sul calo di Mediaset -con l’appeal speculativo che si smorza dopo che la nota con cui Agcom ferma Vivendi. Il titolo cede fino a -3%.
Focus su ENI, una storia di successo di Piazza Affari. Come fa notare il grafico, le azioni sono in crescita di oltre +23% negli ultimi 12 mesi di contrattazioni. Il titolo beneficia dell’annuncio della società relativo alla scoperta di un nuovo giacimento nel Mare di Norvegia, che potrebbe secondo le stime produrre tra i 70 e i 200 milioni di barili di petrolio.

Lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si attesta a 158 punti base, in rialzo rispetto ai circa 155 punti base dei primi scambi di seduta. Il rendimento del Btp decennale italiano sul mercato secondario è al momento pari all’1,86%, mentre il tasso del Bund omologo vale lo 0,28%.
I prezzi del petrolio guadagnano più dell’1% dopo un avvio di giornata contrastato. fanno meno pressanti le preoccupazioni dei mercati sull’incremento della produzione in Usa e i dubbi sugli accordi per un taglio all’output dei paesi Opec.
Seduta all’insegna delle vendite per Telecom Italia e per tutto il comparto delle telecomunicazioni d’Europa. A Piazza Affari i titoli Telecom lasciano sul campo l’1,29% in area 84,1 centesimi. La capitalizzazione scende così a 17,14 miliardi di euro circa.
Ieri l’Antitrust italiana ha chiuso senza sanzioni il procedimento avviato nel 2015, raccomandando tuttavia che la società porti avanti il progetto di riorganizzazione del modello aziendale che dovrebbe garantire parità di accesso alla rete ai vari operatori. L’indice settoriale europeo del settore, EURO STOXX Telecommunications, cede lo 0,86% al momento.
Sul valutario il dollaro non sta vivendo un buon momento. Il tutto mentre sulle Borse il rally spinto dalle previsioni di inflazione post elezione di Trump sembra essersi spento. Ieri sera il Wall Street Journal ha pubblicato l’ultimo estratto dell’intervista concessa da Donald Trump, nella quale il presidente eletto dice che “il dollaro è troppo forte” e che questo è dovuto in gran parte alla Cina che svaluta la sua valuta. “Le nostre società non possono concorrere con loro ora perché la nostra divisa è troppo forte. E questo ci sta uccidendo.
Come sottolinea anche il quotidiano finanziario, è raro che un presidente si lasci andare a commenti sul dollaro. Trump ha rotto la tradizione, sorprendendo i mercati. Da quando il candidato Repubblicano è stato eletto il dollaro è in rialzo del 4% contro il paniere delle principali valute rivali (Dollar Index) e da metà 2014 si è rafforzato di circa il 25%. Le Borse europee cedono terreno oggi.
I rendimenti dei titoli di Stato britannici (Gilt) scambiano in deciso rialzo mentre Theresa May conferma che la Brexit sarà netta e definitiva. Londra non vuole un accordo a metà con l’Ue e cercherà un’intesa per uscire completamente dal mercato unico. Il rapporto commerciale tra i due blocchi sarà resettato e si ripartirà da zero.
La sterlina rimbalza oggi, con May che ha chiarito finalmente l’agenda del governo britannico per la Brexit. La valuta inglese guadagna l’1,6% sul dollaro, dopo che il premier ha rivelato i 12 punti della sua agenda. La sterlina ha toccato i massimi intraday di $1,264 ed è ben impostata per registrare il rialzo più accentuato da quando si è svolto il referendum sulla Brexit a giugno del 2016.
I mercati evidentemente si aspettavano simili dichiarazioni da parte di Theresa May o comunque sono rassicurati dal fatto che si sia fatta chiarezza. Nonostante le banche siano tra le principali vittime di un abbandono del mercato unico da parte di Londra, oggi il settore europeo vira in rialzo dopo che la premier britannica ha svelato i 12 punti della sua agenda per i negoziati sulla Brexit.
Il settore europeo guadagna lo 0,3%, mentre i gruppi del credito inglesi avanzano tutti con decisione fatta eccezione per HSBC, che perde mezzo punto percentuale. Il comparto ha pagato negli ultimi giorni le incertezze intorno al processo di uscita del Regno Unito dal blocco Ue.
Un’ora fa, prima che May prendesse la parola a Westminster, i future sui principali indici azionari Usa, rimasti fermi ieri in occasione delle festività per il Martin Luther King Day, scambiavano in netto ribasso ma negli ultimi minuti i cali si sono ridotti.
Le Borse europee hanno ridotto le perdite e nel caso dei listini Piazza Affari sono tornati a scambiare sui livelli di parità dopo l’intervento di Theresa May che ha finalmente chiarito la strategia di Londra nella gestione del processo di Brexit.
Il colosso Usa delle vendite al dettaglio Wal-Mart ha annunciato che creerà nuovi 10.000 posti di lavoro negli Stati Uniti, espandendo la forza lavoro, che in America conta quasi 1,5 milioni di dipendenti. Stando a quanto riporta Lorenzo Lopez, portavoce del colosso retail, il numero dei nuovi occupati è in linea con le assunzioni dell’anno precedente.
Previsto avvio di seduta negativo per Wall Street.
Dopo il discorso di May, tra le borse europee la più penalizzata è stata quella di Londra, che ha scontato il forte apprezzamento della sterlina.

Wall Street apre la giornata di contrattazioni in ribasso.
Focus sui mercati: in primo piano in Europa il balzo della sterlina, che si avvia ad archiviare la sessione migliore dal 1998, sulla scia del discorso del premier britannico Theresa May, che ha confermato che il Regno Unito lascerà il mercato unico europeo, e che ha promesso contestualmente il voto del parlamento su qualsiasi accordo verrà siglato tra l’Ue e gli UK sulla Brexit. Da Davos ha parlato il presidente cinese Xi Jiping, affermando – in una chiara frecciatina rivolta a Donald Trump – che i problemi del mondo non dipendono dalla globalizzazione. Borsa Milano rimane positiva, con il Ftse Mib che sale dello 0,47% a 19.337 punti. Tra i titoli migliori UniCredit +4,58%, Banco BPM +3,47%, Saipem +3,27%, Ubi Banca +2,62%. Sotto pressione Buzzi Unicem -2%, Telecom Italia -1,94%, Mediaset -1,43%, Ferrari -1,41%. FCA solida con un rialzo +1,42%.
Sugli altri mercati, il cambio euro dollaro si attesta poco sotto l’area di $1,06. Fiammata della sterlina, che segna il rialzo più consistente dal referendum sull’uscita dall’Unione europea a fine giugno, spinta dalle parole della premier britannica Theresa May. Il petrolio Wti scambia a 52,7 dollari al barile.
Dopo una partenza sottotono, Piazza Affari chiude positiva, con il Ftse Mib a +0,25%. Forte rialzo di Ubi Banca, Banco BPM e Saipem. Fca recupera dalle recenti perdite, grazie ai dati sulle immatricolazioni in Europa. Sulla scia di Fca, anche Exor chiude in positivo. In calo invece Luxottica, Ferrari, Mediaset e Telecom Italia, in scia alle indiscrezioni secondo cui l’Agcom vorrebbe bloccare l’operazione da parte di Vivendi.
In Europa, chiusura debole per tutte le altre Borse principali, con l’indice EuroStoxx50 che si attesta a -0,17%. In calo SoGen, Unibail, Vivendi e Sanofi. Positive invece Engie, Enel, Eni ed Essilor.
Avvio in prevalente ribasso per i principali indici azionari europei. Piatto il trend dell’indice Ftse Mib.