Nelle ultime sedute i rendimenti dei Btp sono saliti su livelli storicamente elevati e le banche sono state messe sotto pressione sui mercati finanziari per via dei timori di uno scontro tra autorità europee e italiane sui piani di bilancio dell’esecutivo giallo verde. Organismi indipendenti come Bankitalia e Ufficio di bilancio parlamentare hanno bocciato la manovra triennale del governo, citando stime di crescita troppo ottimiste e indicazioni insufficienti o troppo vaghe sulla traiettoria di riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil.
Il tutto mentre l’asta di Bot odierna ha evidenziato rendimenti raddoppiati a quasi l’1% per l’emissione annuale. Il risultato è che la Borsa di Milano è tornata a essere la Cenerentola d’Europa dopo il rimbalzo illusorio di ieri. La situazione migliora leggermente per il settore bancario, penalizzato nei gironi scorsi dall’allargamento dello Spread tra Btp e Bund decennali oltre i 300 punti base. Oggi il differenziale ha bucato la soglia di 290 dopo che il tasso del Btp decennale era salito anche oltre il 3,67%. Il listino Ftse Mib nelle prime battute calava dello 0,4% in linea con Madrid, ma poi si è ripreso e nel pomeriggio scambia in progresso.
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha criticato le stime di crescita contenute nel Def, considerandole troppo ottimistiche, mentre Bankitalia ha sottolineato che l’aumento del Pil poggia su moltiplicatori non scontati. Inoltre, contrariamente a quanto sostenuto anche stamattina dai due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ieri il ministro per gli Affari Economici Paolo Savona ha detto che la manovra potrebbe essere rivista se lo spread dovesse ‘sfuggire’ di mano.
Stamattina, infine, è arrivato anche il richiamo dell’Fmi all’Italia, che necessita di riforme strutturali per contrastare la crescita deludente. Il Fondo ha anche ridotto le stime sul rapporto tra debito e Pil. In un’audizione in Parlamento sul Def Giovanni Tria, ministro dell’Economia, ha tentato di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, anche per alleviare la pressione sulle banche, dicendo che “faremo tutto il possibile per riconquistare la fiducia dei mercati“.
A Piazza Affari sono quelle che negli ultimi tempi hanno pagare più care le incertezze politiche economiche e sulla sostenibilità del debito. Le vendite oggi colpiscono soprattutto il comparto del lusso con Moncler in flessione del 2,8% e Ferragamo dell’1,3%. A pesare sono notizie di downgrade del rating e trimestrali deludenti.
A livello settoriale c’è un ritornello che si ripete: gli acquisti si concentrano sui petroliferi, complice l’alto livello del petrolio, con il Wti poco sotto ai 75 dollari e il Brent appena sotto gli 85 dollari: Saipem corre e sale dell’1,2%, Eni dello 0,5%, così come Tenaris. Buy anche su Generali (+0,4%). Sul mercato valutario, intanto, l’euro passa di mano a 1,15 dollari.
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Guardando all’andamento dell’azionario mondiale, il passo è lento con gli indici che scambiano appena sopra i minimi di otto settimane. A frenare l’entusiasmo sono i valori dei rendimenti obbligazionari Usa che hanno toccato massimi pluriennali.
In questo momento il tasso dei Treasuries Usa a 10 anni sfiora il picco degli ultimi sette anni. Sugli scambi pesano anche i timori sulla sostenibilità della crescita economica globale e lo scontro tra Ue e Italia sui piani di bilancio della terza economia dell’area euro.
Citando i timori legati all’impatto della guerra commerciale a tutto campo tra Usa e resto del mondo e un prezzo del petrolio salito sugli 80 dollari per barile, il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime sul Pil mondiale per la prima volta in due anni. L’FMI ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita di Cina e Stati Uniti.
L’indice MSCI delle Borse di tutto il mondo, in rosso da quattro sedute, oggi è poco variato. La maggior parte delle Borse in Asia è in rialzo e anche in Europa i listini delle piazze più importanti perdono in media lo 0,2% per colpa dei cali dei settori lusso e hi-tech.
La Borsa americana ha aperto in calo, appesantita dai timori legati al balzo dei rendimenti dei Treasuries. I tassi dei titoli di Stato a 10 anni continuano a salire di livello, portandosi in prossimità dei massimi di sette anni. Dal punto di vista tecnico alcuni degli indici di Borsa principali, come Dow Jones Transportaion Average e Nasdaq, sono scesi al di sotto di supporti chiave. Le small cap (indice Russel 2000) scambiano ora al di sotto della media mobile a 200 giorni.
Gli ultimi dati macro pubblicati hanno mostrato un incremento superiore delle attese, il più intenso in cinque anni, per le scorte di magazzino all’ingrosso e un rialzo dei prezzi alla produzione, a riprova dell’esistenza di pressioni inflative.
Per un giorno le banche vengono in realtà risparmiate e il recupero del settore permette alla Borsa di Milano di riportarsi sopra la linea di parità dopo un avvio debole. A inizio pomeriggio il listino Ftse Mib guadagna lo 0,3% a 20.119 punti, mentre si allenta la tensione sui nostri titoli di Stato, con lo spread che scende fino a 289 punti e il rendimento del Btp decennale che si porta al 3,45%.
In recupero dicevamo le banche, con Pop Emilia (+3,7%) e Banco Bpm (+3,2%) in testa. Sempre sotto pressione invece il comparto del lusso, in linea con il settore in Europa dopo il downgrade di Morgan Stanley e i conti di Lvmh: Moncler cede -6% e Ferragamo -4%.