
ROMA (WSI) – Le banche italiane hanno bisogno di 40-90 miliardi di euro di capitale aggiuntivo. A dirlo gli analisti di Berenberg che vedono nero sul sistema bancario nostrano, in cui va rafforzata ulteriormente la patrimonializzazione.
La sensazione generale che si avverte, dicono gli analisti, è che le banche italiane siano maggiormente esposte all’aumento dei tassi a breve termine. I prestiti sono principalmente prezzati rispetto al tasso Euribor a tre mesi e ciò comporta che se i tassi a breve termine aumentano, gli interessi ne beneficiano. Tuttavia, i tassi in aumento hanno altre conseguenze come maggiori perdite sui prestiti o maggiori costi di finanziamento.
“Pertanto, i tassi in aumento possono essere una maledizione, non una benedizione per le banche italiane (…) in quest’ottica, continuiamo a favorire quelle banche su cui abbiamo più certezza sui valori degli asset, come UniCredit e Credito Emiliano”. Jefferies oggi in una nota ha definito UniCredit, in prospettiva, una delle migliori banche meglio posizionate del Sud d’Europa.
Banche italiane, diversi i titoli da vendere
Per quanto concerne le altre banche del nostro paese, siano esse in crisi o no, come MPS (target price a 15 euro), Banco BPM (target price a 1,90 euro), Intesa SanPaolo (target price a 1,60 euro) e Ubi Banca (target price a 2 euro), Berenberg ribadisce il rating di Sell (vendere).
La preoccupazione principale di Berenberg, in merito a un possibile imminente tapering della Bce di Mario Draghi e sui suoi effetti, non riguarda solo le banche, ma anche i titoli del debito pubblico italiani. “Ci preoccupa chi possa essere l’acquirente del debito italiano se la Bce inizia il tapering”, ossia il processo di riduzione delle misure di stimolo monetario straordinarie avviate per superare la crisi.
Berenberg guarda poi con timore all’inizio del tapering della Bce e si chiede chi possa avere il coraggio di comprare il debito pubblico italiano quando Francoforte cesserà di acquistare titoli italiani sul mercato. In Italia pesano ancora troppi rischi e incertezze politici ed economici.
Italia, chi comprerà Btp quando parte il tapering?
Il problema per l’Italia è in primis l’elevato debito pubblico, uno dei più alti in Europa al 132,6% del PIL, mentre al contempo, il debito del settore privato è basso rispetto ai competitor europei. Ciò comporta che i prestiti alle imprese continuano a scendere a un ritmo di circa il 2% annuo, e le famiglie non sono state in grado dopo la crisi finanziaria di produrre ricchezza.
Altri fattori che pesano, secondo gli analisti di Berenberg, sono la questione dei Non performin loans – l’Eba stima che il 15,3% dei prestiti inevasi siano Npl, tre volte la media europea – e il rischio politico oggi presente in Italia.
Con la vittoria alle primarie del Pd di Matteo Renzi si profilano all’orizzonte elezioni anticipate prima dell’inizio del 2018 e inoltre, dice il broker, l’aumento dei consensi in favore del Movimento Cinque Stelle è una minaccia all’adesione all’euro dell’Italia.