Economia

Sui mercati tensione da referendum. Borsa Milano subito la peggiore

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Nervosismo degli investitori in vista dell’imminente referendum costituzionale in Italia, in calendario il prossimo 4 dicembre. Banche d’affari e quotidiani finanziari di tutto il mondo continuano a elencare i rischi che una eventuale vittoria del No alle riforme volute dal premier Renzi comporterebbe, in un momento in cui si guarda giĂ  con grande appresione al processo di ricapitalizzazione di Mps . La banca ha tra l’altro reso noto di aver effettuato una serie di acquisti e vendite sulle obbligazioni subordinate. Su tali bond, Mps ha lanciato un’operazione di Opa che partirĂ  nella giornata di oggi e si concluderĂ  il prossimo venerdì 2 dicembre.

In attesa del referendum costituzionale di domenica 4 dicembre, la tensione a Piazza Affari è sempre piĂą alta, anche sulla scia dei continui alert che arrivano da banche d’affari e quotidiani finanziari di tutto il mondo. Previsioni allarmanti quelle del Financial Times, che teme il fallimento di ben otto istituti, incluso Mps, con una eventuale vittoria del “No” al referendum. L’indice Ftse Mib viene nuovamente travolto da pesanti sell sui titoli bancari e le quotazioni di Mps bucano anche la soglia di 17 euro, con perdite superiori a -15%.

Spaventa inoltre la nota di Berenberg secondo cui, oltre ai 5 miliardi aggiuntivi di capitale di cui ha bisogno Mps, le banche italiane avrebbero bisogno di fare ulteriori accantonamenti per 45 miliardi di euro.

Sul mercato dei titoli del debito pubblico tassi Bot a sei mesi in rialzo nell’asta del Tesoro, a fronte di uno spread che punta di nuovo verso quota 190 punti base.

I mercati guardano anche allo sviluppo delle relazioni tra Usa e Cuba dopo la notizia della morte del lider Maximo Fidel Castro: non è escluso che il neo presidente Usa Donald Trump decida di cancellare l’iter di apertura che il presidente uscente Barack Obama ha inaugurato.

Anche il petrolio è osservato speciale. Le quotazioni sono in ribasso, in quanto si assottigliano le speranze di un accordo sui limiti alle quote di produzione tra i paesi membri dell’Opec, nel prossimo meeting del cartello. In particolare, la Libia ha affermato che non parteciperĂ  ad alcuna eventuale intesa che implichi la riduzione dell’offerta.

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