Economia

Sorpresa da Bce? Ma per architetto euro castello di carte collasserà

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Anche se l’inflazione continua a essere mitigata in Eurozona, la Bce non dovrebbe apportare modifiche alle sue politiche accomodanti straordinarie a ottobre. Secondo gli analisti il direttorio della banca centrale europea preferirà aspettare dicembre prima di aumentare la portata e gittata del programma di Quantitative Easing che acquista 80 miliardi di euro di bond al mese.

Un qualunque altro scenario paventato nella riunione di politica monetaria di giovedì 20 ottobre sarebbe da salutare come una sorpresa. Detto questo, nonostante il termine del programma sia fissato a marzo 2017, viste anche le incertezze politiche in Europa dei prossimi mesi (Brexit, elezioni in Austria e referendum costituzionale italiano) la grande maggioranza degli economisti interpellati da Reuters si aspetta un ampliamento della durata del programma oltre il mese di marzo.

Il castello di carte dell’euro sta per collassare: a dirlo è uno dei padri della moneta unica, Otmar Issing. Secondo lui, uno dei membri fondatori del direttorio della Bce, “non c’è via d’uscita” alle politiche espansive della banca centrale.

Le sue dichiarazioni sono quanto meno sorprendenti, visto che Issing è considerato “l’architetto dell’euro”. Issing era uno dei membri del CdA della Bundesbank quando è entrato a far parte della Bce nel 1998 proprio per contribuire alla sua creazione e entrata in vigore.

Issing in passato ha espresso l’opinione secondo la quale vale la pena difendere l’euro, ma che alcuni paesi membri, come la Grecia, farebbero meglio ad abbandonare l’area della moneta unica se non vogliono minacciarne la sopravvivenza.

In un’intervista concessa al Central Banking journal Issing ha osservato come l’indipendenza della Bce dalle autorità politiche si è ridotta negli ultimi tempi. Secondo l’ex banchiere centrale, Mario Draghi sta facendo troppe concessioni ai governi per accontentarli. Molti paesi membri hanno paura dei default societari e di un collasso del settore bancario che sarebbe un evento choc sistemico.

Inoltre le differenze tra i governi dei paesi meno virtuosi, che non attuano le riforme strutturarli necessarie, con quelli dei paesi finanziariamente più solidi con un vasto surplus, come la Germania, che non hanno né voglia né intenzione di condividere i carichi fiscali, rischiano di portare prima o poi a una spaccatura. È una situazione che non può reggere ancora a lungo.

“Se vogliamo essere realistici se continua così si passerà da una crisi all’altra. È difficile prevedere quanto continuerà questa situazione, ma non può proseguire all’infinito. I governi accumuleranno altro debito ancora e poi, un giorno, il castello di carte collasserà“.

D’altronde un qualsiasi sistema che continua a indebitarsi incontrerà sempre maggiori difficoltà a saldare i suoi debiti. Secondo Issing l’unico modo che può funzionare è se i paesi dell’Eurozona sono consapevoli del fatto che la Bce non può soccorrerli nel caso in cui le cose vadano storte.