Economia

Investitori temono per le banche italiane. Su borsa Milano regna volatilità

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Disfatta di Renzi in modo inequivocabile. All’appuntamento tanto atteso del referendum costituzionale di domenica 4 dicembre, gli italiani hanno gridato a gran voce “NO” alle riforme proposte dal premier.

Mercati azionari in calo, gli investitori si chiedono a questo punto cosa accadrà ora, interrogandosi in modo particolare sul destino dei processo di risamento delle banche italiane, in primis MPS e UniCredit.

La vittoria del NO al referendum costituzionale ha avuto un effetto immediato sull’euro che, nelle contrattazioni asiatiche, è scivolato fino a -1,5%, a $1,0506, al minimo dal 16 marzo del 2015. L’euro è riuscito poi a tornare in area $1,06.

Occhio al trend dello spread, in rialzo, con i tassi sui Btp decennali che si riportano al di sopra della soglia del 2%.

L’instabilità torna padrona in Italia: il futuro è nelle mani del presidente Sergio Mattarella, mentre le opposizioni invocano subito il ritorno alle urne, per le elezioni politiche. Ma per ora non c’è panico sull’azionario, con gli indici di Borsa europei sì deboli, ma senza grandi scossoni. Fa peggio come da attese l’indice Ftse Mib di Piazza Affari, con perdite fino a -2%. Perdite che tuttavia vengono azzerate portando l’indice a salire anche di oltre +1% per poi oscillare nervosamente, in preda a una forte volatilità.

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