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Trump sotto i riflettori per il fallimento di Silicon Valley Bank

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Donald Trump è sotto i riflettori non solo per nuovi guai giudiziari, ma anche perché additato di deregolamentazione del settore finanziario americano, il cui dibattito è stato rinnovato prima dal fallimento di Silicon Valley Bank (SVB) e poi da quello di Signature Bank e Silvergate Capital. Facciamo un passo indietro.

La deregolamentazione di Trump

Appena insediato alla Casa Bianca Trump smantellò la legge Dodd-Frank, varata dall’amministrazione di Barack Obama per scongiurare nuovi collassi provocati dagli abusi della finanza. A partire proprio dalla Volcker Rule, un insieme di norme che separa le attività “commercial” da quelle di “investment” banking e ha lo scopo di tutelare i risparmiatori da attività troppo speculative delle banche ed evitare nuovi crack finanziari, rendendo più stabile il sistema creditizio.

Nel 2018 il Congresso e il Senato americani, con l’appoggio di una dozzina di senatori democratici, approvarono una legge che alleggerisce la regolamentazione per le banche che non costituirebbero “rischio sistemico”. Nel dettaglio, la soglia di grandezza per l’applicazione di standard prudenziali rafforzati fu spostata dai precedenti 50 miliardi di dollari a 250 miliardi di dollari di asset. Le modifiche ridussero a circa una dozzina il numero di banche soggette alla più rigorosa supervisione regolamentare, esonerando le banche di piccole e medie dimensioni dagli stress test predisposti per valutare la capacità di un istituto di resistere a una grave recessione economica.

Negli anni dell’amministrazione Trump è stata frenata anche l’attività del CFPB, l’Ufficio di Tutela Finanziaria dei Consumatori, grazie alle pressioni delle lobby finanziarie. Un altro colpo al CFPB è stato inferto nel giugno del 2020 dalla Corte Suprema, che ha dichiarato incostituzionale la governance stessa dell’ufficio, centrata su un solo direttore generale. Inoltre, la Corte ha sancito che il direttore possa essere cambiato quando cambia il presidente, cosa che prima era esclusa. Gli esperti si attendono che, in futuro, il CFPB diventerà sempre meno indipendente e sempre più politicizzato.

I pareri degli esperti alle critiche

A parere di Trump e del suo Partito Repubblicano questo allentamento di briglie nella regolamentazione finanziaria avrebbe agevolato i prestiti alle imprese e rilanciato l’economia, ma le critiche ormai hanno preso il via e attirato l’attenzione, soprattutto perché sollevate da democratici di rilievo come la senatrice Elizabeth Warren.

Alcuni economisti, tra cui William T. Chittenden, professore associato di finanza ed economia presso la Texas State University, hanno stemperato la situazione sostenendo che i severi regolamenti del Dodd-Frank Act originario non sarebbero stati comunque sufficienti per salvare SVB.

Mentre Trump ha ovviamente respinto le accuse di aver avuto un ruolo nei fallimenti della banca, girando la colpa sugli eccessivi aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve americana e sulle “politiche anti-americane” di Biden.

Altri invece sono stati più neutrali e generici nelle affermazioni rispetto ai politici. Ad esempio, in un editoriale su “The Guardian”, l’economista premio Nobel Joseph Stiglitz ha descritto il crollo di SVB come “emblematico di profondi fallimenti nella conduzione della politica monetaria e di regolamentazione”, sebbene non abbia attribuito direttamente la colpa alle riforme del 2018. “Abbiamo bisogno di una regolamentazione più severa, per garantire che tutte le banche siano al sicuro”, ha affermato Stiglitz.