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Trump primo ex presidente Usa incriminato dal gran giurì. Ecco perchè

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Nuovi guai giudiziari per Donald Trump, il quale è stato incriminato dalla procura di Manhattan. A finire sotto la lente d’ingrandimento dei giudici è il pagamento effettuato dall’ex presidente degli Usa alla pornostar Stormy Daniels, che avrebbe incassato 130.000 dollari per non parlare della loro relazione.

Trump, in questo modo, diventa il primo ex presidente degli Stati Uniti d’America ad essere incriminato nella storia americana. Quella presa dal gran giurì risulterà essere una decisione senza precedenti sulla politica statunitense, che potrebbe andare ad influenzare direttamente la corsa alla Casa Bianca prevista il 2023. Anche se con ogni probabilità non fermerà quella del tycoon.

Trump incriminato a Manhattan

L’accusa nei confronti di Donald Trump è molto chiara. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America avrebbe versato alla pornostar Stormy Daniels qualcosa come 130 mila dollari, che sarebbero serviti per farla tacere sulla loro relazione.

Alla notizia della sua incriminazione, Trump ha già reagito affermando che si tratterebbe di una persecuzione politica e di un’interferenza elettorale, definendo questa incriminazione una caccia alle streghe che si andrà a ritorcere contro lo stesso Biden.

Martedì prossimo Donald Trump potrebbe consegnarsi alle autorità di Manhattan per la formalizzazione delle accuse a suo carico. A riferirlo al “New York Times” è il suo avvocato Susan R. Necheles. Citando due differenti fonti a conoscenza del caso, la Cnn ha informato che Donald Trump deve affrontare oltre 30 capi di accusa di frode aziendale nell’inchiesta, che è stata aperta dalla procura di Manhattan.

La decisione del gran giurì è arrivata a sorpresa, dato che i giurati, in realtà, avrebbero dovuto valutare degli altri casi, per poi prendersi una pausa fino alla fine di aprile. Lo staff di Trump non si aspettava in alcun modo una decisione del genere e, con ogni probabilità, nemmeno lo stesso ex presidente degli Stati Uniti.

Le accuse contro l’ex presidente Usa

Per il momento non sono ancora state rese note, almeno al grande pubblico, le accuse ufficiali mosse nei confronti di Donald Trump. Cosa potrebbe accadere adesso e nel momento in cui si presenterà in procura non è ancora chiaro. I dettagli precisi dovranno essere definiti dal Secret Service con le autorità di New York. Il legale di Trump ha comunque sottolineato che il suo assistito si presenterà spontaneamente e si sottoporrà a tutte le procedure necessarie, comprese il rilevamento delle impronte e le foto di routine. In questo caso, potrebbe essergli risparmiata l’umiliazione dell’arresto.

La polizia di New York è da giorni in allerta per possibili manifestazioni e proteste visto che l’ex presidente, rievocando una retorica simile a quella dell’assalto al Congresso, ha invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza e a farsi sentire. E proprio uno scenario simile a un nuovo 6 gennaio è quello che fa più paura e ha spinto le forze dell’ordine a rafforzare le misure di sicurezza e i controlli online, dove alcuni da giorni gridano alla guerra civile in difesa di Trump.

Un sostegno a Donald Trump è arrivato dallo speaker della Camera, Kevin McCarthy, il quale, nel corso di un colloquio con il procuratore ha affermato che ha “ha danneggiato irreparabilmente il nostro Paese nel tentativo di interferire nelle elezioni presidenziali”.

Un importante appoggio è arrivato anche da un nemico di Donald Trump, Ron DeSantis, il quale ha affermato che “la strumentalizzazione del sistema giudiziario per far avanzare un’agenda politica capovolge lo stato di diritto ed è anti-americana. La Florida non risponderà alla richiesta di estradizione”.