Azionario globale sotto pressione, la vittoria di Donald Trump alle imminenti elezioni presidenziali americane del prossimo 8 novembre sembra molto più probabile, con il sondaggio stilato congiuntamente da Washington Post e ABC, che dà il candidato repubblicano in vantaggio rispetto a Hillary Clinton dell’1%.
Altro elemento di incertezza è rappresentato dalla decisione sui tassi che sarà annunciata dalla Federal Reserve nella giornata di oggi, dopo il meeting di due giorni del Fomc; con l’Election Day alle porte, è quasi certo, secondo il sondaggio Cnbc Fed Surbey, che Janet Yellen lascerà il costo del denaro invariato. Dal sondaggio emerge che il 100% degli intervistati ritiene che i tassi non saranno alzati. Ma ben l’86% prevede che nel prossimo meeting del 13-14 dicembre, la manovra restrittiva ci sarà, e sarà di un quarto di punto percentuale.
Avversione al rischio confermata dal rally sul mercato del forex del franco svizzero e dello yen e dalla corsa all’oro, che sale al massimo in un mese. Mercati sotto stress anche per le vendite sul petrolio
L’indice Nikkei della borsa di Tokyo cede l’1,76% a 17.134,68 punti, Seoul -1,42%, Sidney -1,16%. Hong Kong -1,43%.
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In rosso i futures sugli indici azionari europei.

Quarta sessione consecutiva di ribassi per i prezzi del petrolio. Gli ultimi numeri, diffusi dall’API, hanno indicato che nella settimana terminata lo scorso 28 ottobre, le scorte di petrolio Usa sono cresciute di ben 9,3 milioni di barili.

Partenza negativa per i mercati azionari europei. Occhio alla borsa di Madrid, che cede oltre l’1%.

MPS osservata speciale sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari. Dopo la decisione di Corrado Passera di ritirare la propria proposta, lamentando un atteggiamento di “totale chiusura” da parte della banca senese, aumenta il nervosismo degli investitori, che continuano a penalizzare il titolo. Scatta la sospensione al ribasso del titolo Mps dopo pochi minuti dall’avvio, con la perdita che si acuisce e arriva a -6% a 0,23 euro.
Accelerazione ribassista per l’indice Ftse Mib, che arretra fino a -10%, a fronte di un indice Ftse Mib che incrementa anch’esso le perdite.
Nuovi numeri negativi per l’economia italiana. Diffuso dal fronte macro l’indice Pmi di ottobre, sceso da 51 a 50,9, al di sotto delle stime di Reuters, che aveva previsto una accelerazione a 51,4 punti.
Buoni dati per l’economia dell’Eurozona. Diffuso dal fronte macro l’indice Pmi dell’area, che ha segnato la crescita più forte in quasi tre anni. La lettura finale dell’indice relativo al mese di ottobre si è attestata a 53,5 punti, rispetto ai 52,6 di settembre, valore record dal gennaio del 2014.
Reazione sul mercato del forex forex, con il cambio euro-dollaro che sale di quasi mezzo punto percentuale. Occhio al grafico che mette in evidenza la performance dell’euro negli ultimi sette giorni.
La corsa agli asset rifugio sostiene i titoli di stato UK, con i rendimenti che puntano verso il basso.
Mercati spaventati dalla crescente probabilità, dopo il nuovo caso dell’indagine dell’FBI, che sia Donald Trump a vincere le elezioni Usa del prossimo 8 novembre. Futures su indici Usa sotto pressione.

Sale la tensione sui mercati, dopo la minaccia di Moody’s, che ha detto chiaramente che taglierà il rating sul Brexit del Regno Unito.
Moody’s precisa che il downgrade arriverà nel caso in cui il paese non riuscirà a raggiungere una intesa ‘decente’ sulla
Brexit che garantisca l’accesso al mercato unico alle aziende britanniche.
Il dollaro scende nei confronti dello yen, scontando il clima di avversione al rischio, che porta gli investitori a preferire gli asset rifugio per eccellenza, tra i quali compare appunto la valuta giapponese.
Le vendite sul dollaro legate ai timori di una vittoria di Donald Trump alle presidenziali del prossimo 8 novembre vanno a beneficio della sterlina che, nei confronti della valuta Usa, testa il record in due settimane.

Prosegue il rialzo delle quotazioni dell’oro, bene rifugio per eccellenza.

Oggi rally sul mercato dei bond sovrani europei. Discesa dunque dei tassi, con quelli decennali spagnoli che scendono sotto l’1,2% e quelli italiani, sempre a 10 anni, in calo sotto l’1,6%. Il grafico con il trend a 12 mesi dei tassi sui bond spagnoli a 10 anni.

In un contesto negativo sui mercati, il titolo FCA cede quasi il 4%, attestandosi a quota 6,345 euro.Il titolo sconta anche i risultati sulle vendite in Usa a ottobre, in calo per il terzo mese consecutivo del 4,4 per cento, ma anche le dichiarazioni di Gianluca Italia, responsabile del mercato Italia per Fca, che ha affermato:”già da quattro mesi la crescita dei privati è a zero, rispetto all’anno precedente e questo non è un bel segnale”.
L’indice EuroStoxx 600 ha aggiornato i minimi da luglio, trainato al ribasso dal settore finanziario e quello automobilistico. L’avvicinarsi del voto in Usa sta aumentando il nervosismo sui mercati, che già devono fare i conti con un clima di scetticismo circa la ripresa economica e con le preoccupazioni per la fine delle manovre di stimolo monetario della Fed prima (la riunione di oggi non dovrebbe cambiare le carte in tavola ma quella di dicembre si).
Le chance di vittoria di Trump alle elezioni presidenziali dell’8 novembre sono aumentate e alcuni sondaggi ora lo danno in testa: è la prima volta che succede da maggio. In Europa si teme per una possibile ventata di protezionismo Usa. Forte di sette sedute in progresso di fila, l’indice di volatilità europeo è salito ai massimi da luglio.
Il petrolio continua a cedere terreno sui mercati, con Societe Generale che prevede un’estensione dei cali fino a quota 40 dollari al barile per il contratto americano. Per il momento il Wti vale poco più di 45 dollari. Pesano gli ultimi dati sulle scorte di petrolio in America, che hanno visto un aumento di 14,4 milioni di barili, più delle attese.
Wall Street scambia in moderato ribasso con gli investitori che preferiscono mantenere un approccio cauto in vista della riunione della Fed. Difficile che Yellen e soci agiscano, con una stretta monetaria che dovrebbe invece arrivare a dicembre.
Sugli altri mercati, sul Forex il cambio euro dollaro quota $1,1115, mentre tra le materie prime il contratto sul greggio Wti perde il 3,2% in area 45,20 dollari al barile.
Borsa Milano chiude con un altro ribasso, dopo una giornata costantemente negativa, in linea con le borse europee, innervosite dall’incertezza sull’esito delle elezioni presidenziali americane. Il listino Ftse MIB ha chiuso in rosso del 2,5% circa, zavorrato dai titoli del settore bancario e auto come Fca, mentre Recordati e Buzzi Unicem si sono distinte in controtendenza.
L’azionario europeo, facendo peggio di Wall Street e penalizzato dal nuovo calo pesante delle quotazioni del greggio, ha chiuso in ribasso di più di un punto percentuale. L’indice EuroStoxx50 ha fatto registrare una flessione dello 1,3% circa, trainato al ribasso dai titoli del settore petrolifero e automobilistico mentre Sanofi, Unibail e Fresenius sono andati contro corrente.
Prosegue la rimonta delle quotazioni dell’oro, che si riavvicinano alla soglia di $1.300 l’oncia.