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Si prospetta tuttavia la peggiore settimana degli ultimi sei mesi. Confermato il tono positivo su tutti i mercati europei. Snobbata la delusione per il taglio della crescita economica Usa.
Vanificate le speranze di una possibile risoluzione della crisi egiziana. Pesano le trimestrali deludenti di alcuni gruppi hi-tech.
Colpa delle perdite viste in Asia ed Europa, dove e’ alta la tensione sul fronte PIIGS. I conti societari non aiutano, mentre i dati positivi sul lavoro vengono snobbati. Un occhio di riguardo ai rumor dai paesi arabi.
In controtendenza Wal-Mart e Cisco. Bene i tech in generale. Le ultime trimestrali non convincono. Ma i maggiori timori vengono dall’Europa, dove le banche spagnole sono in crisi e il Regno Unito non sa piu’ crescere.
In questo articolo riportiamo un elenco dei titoli quotati a Wall Street nella “buy list” dei top manager mondiali, i gestori che hanno garantito con consistenza ritorni d’oro (e ben al di sopra del benchmark S&P500) per i propri clienti.
Listini in range ristretto in una seduta molto volatile in occasione delle quattro streghe. Record dell’oro a $1260. Euro in calo. In denaro anche i big della tecnologia. Forze di segno opposto si danno battaglia sui mercati.
Shortisti costretti a chiudere le posizioni per non rischiare di subire ulteriori perdite. Scoperta mineraria importante degli Stati Uniti. Attivita’ di M&A. Euro in rialzo su quattro sedute su cinque. Dow +100 punti.
Buone notizie sulla crescita globale in Cina, Australia e Giappone fanno scattare il rally, trascinato dagli energetici. Bene anche tech e finanziari. Il resto, sono ricoperture degli short. Assist da quel genio di Trichet e da un raro sussulto dell’euro.
Brutto segno l’ondata di vendite negli ultimi 15 minuti (grafico). I tecnologici perdono tutti i guadagni della giornata. Undicesima seduta negativa su 15. E’ il maggio piu’ brutale da molti anni: S&P500 -9.5%, Nasdaq -10.1%. Giu’ le banche (Wells Fargo -4,7%). Euro debole sotto 1.24. Salgono greggio e oro.
Pesa il nuovo tonfo della valuta Ue sotto $1.22, ai minimi di 4 anni sul dollaro. Sell in accelerazione dopo lo stop in Germania agli short su bond e swap. Giornata no per le banche Usa, che pagano le prospettive di una riforma delle regole di controllo.