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Svizzera vuole il rimpatrio delle sue riserve auree

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BERNA (WSI) – In Svizzera si terra’ con ogni probabilita’ un referendum su una misura molto popolare: il divieto di vendere riserve auree della banca centrale all’estero, obbligando l’istituto a conservare almeno il 20% dei beni legati al metallo prezioso.

I termini della campagna “salvate il nostro oro”, lanciata dai membri del partito ultra conservatore elvetico, stabiliscono che la Banca centrale si impegni a rimpatriare le riserve detenute all’estero e le tenga al sicuro nei caveau di casa. Un’altra proposta nel quadro della stessa iniziativa e’ quella dell’franchi legati all’oro complementari all’attuale valuta.

In questo caso l’idea e’ quella di un nuovo emendamento alla Costituzione Svizzera che getti le fondamenta legali per una valuta svizzera in Moneta d’Oro ufficiale, come complemento del franco già esistente – quasi un nuovo, praticamente utilizzabile Vreneli3.

“Il governo Federale – si legge nel documento – autorizza l’emissione di un set di monete con diverso contenuto aurifero corredate delle rispettive indicazioni (in grammi) su ciascuna moneta; questo determina il nome, autorizza Le aziende di produzione adatte e le controlla”.

A giustificare le paure della Svizzera, scrive il Financial Times, il rischio che gli stati piu’ indebitati del Sud d’Europa smobilitino lingotti per risanare i propri bilanci. Basti pensare che Bankitalia detiene l2.451 tonnellate di oro, piu’ del 70% delle sue riserve complessive, mentre con 383 tonnellate, il Portogallo arriva addirittura al 90% del bilancio dell’istituto centrale.

Le riserve auree dell’istituto erano di 49,5 miliardi di franchi svizzeri (39,6 miliardi di euro circa) a fine febbraio, pari a circa il 10% del bilancio complessivo. E per parola della stessa SNB “oggi l’oro e’ l’unico asset veramente di valore rimasto nel bilancio della Banca centrale elvetica”.

“Abbiamo serie preoccupazioni circa le implicazioni monetarie dell’iniziativa”, ha fatto sapere la banca nazionale, aggiungendo che fornira’ una risposta adeguata” a tempo debito.

La data del voto popolare deve ancora essere fissata. In ogni caso ci potrebbero volere diversi anni prima che venga promulgata.

Con il crollo subito nelle ultime sedute dall’oro, i fondi comuni grandi e meno grandi hanno perso milioni di euro. Ma i paesi maggiormente in crisi dell’area euro intendono utilizzare le riserve per risanare i debiti di bilancio.

A rimanere scottati sono stati i teorici del rialzo ad oltranza, puniti dal calo della domanda di Cina e India.

Le quasi 10.800 tonnellate nelle casse degli istituti Ue equivalgono al 62,5% delle riserve estere. E’ lecito ipotizzare che il risanamento dei debiti – Cipro in primis – passi attraverso una cessione delle riserve. Cosa che Berna vuole evitare a tutti i costi.