Sorpresa: il falco Weidmann difende Draghi sui tassi

di Laura Naka Antonelli
12 Aprile 2016 15:08

ROMA (WSI) – Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, difende a sorpresa Mario Draghi all’indomani degli attacchi arrivati dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Tanto da appoggiare, in un’intervista rilasciata al Financial Times, anche la politica dei tassi di interesse negativi. Proprio lui, il falco Weidmann, che più di una volta è stato considerato il vero scoglio che Draghi avrebbe dovuto superare all’interno del Consiglio direttivo della Bce, ha accusato la Germania di essere troppo concentrata sulle conseguenze che un contesto di tassi sotto lo zero potrebbe creare, a discapito dei risparmiatori.

Nelle ore precedenti Schaeuble non ha fatto nulla per nascondere la propria irritazione nei confronti di Draghi, puntando il dito contro la politica monetaria della Bce e in particolar modo contro l’introduzione di una nuova era di tassi negativi. Il ministro ha anche accusato Draghi, in modo sarcastico, di essere responsabile della crescita del populismo tra gli elettori della Germania.

“Ho detto a Mario Draghi…sii molto orgoglioso. Puoi attribuire il 50% dei risultati di un partito che sembra essere nuovo e avere successo in Germania al lancio di questa politica (monetaria)”, riferendosi al recente successo, nelle elezioni regionali, del partito degli euroscettici Adf (Alternative for Deutschland party).

Ma Weidmann ha affermato:

“La gente non è fatta solo di risparmiatori. E’ fatta anche di dipendenti, di contribuenti, e di debitori, che beneficiano di un contesto di bassi tassi di interesse”.

E ancora:

“Non è insolito che i politici abbiano opinioni sulla politica monetaria, ma noi siamo indipendenti. (..) La Bce ha il compito di rispettare il proprio mandato di stabilità dei prezzi, e al momento la direzione della politica monetaria è appropriata, a prescindere da quelle che siano le opinioni diverse riguardo a misure specifiche”.

Weidmann ha rilasciato l’intervista all’FT lo scorso 7 aprile, dunque prima degli attacchi contro Draghi arrivati da Schaeuble. Tuttavia, il fatto che soprattutto tra i politici tedeschi vi sia una malcelata insofferenza nei confronti di Draghi è cosa abbastanza risaputa.

Più che difendere Draghi, probabilmente il falco Weidmann ha voluto difendere l’indipendenza della banca centrale, messa in seria discussione dalle pressioni che stanno arrivano dal mondo politico della Germania: un mondo ancora ossessionato dallo spettro dell’inflazione, in un momento in cui Eurozona cerca di scacciare il demone della deflazione.