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Silvergate Bank chiude i battenti. Caos nel mondo delle criptovalute

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Non c’è pace, in questi mesi per il mondo delle criptovalute. Questa volta a finire nel mirino è Silvergate Bank, una banca californiana specializzata proprio nelle monete virtuali, che ha annunciato la chiusura. La comunicazione arriva direttamente dalla holding che controlla la banca, ossia la Silvergate Capital Corporation, che ha avviato la liquidazione ordinaria delle operazioni dell’istituto di credito su base volontaria.

Per il momento non sembrerebbero esserci pesanti ripercussioni per gli utenti, perché il piano di chiusura e liquidazione della banca, almeno sulla carta, prevede il rimborso completo di tutti i depositi.

Riflettori puntati su Silvergate Bank

Silvergate Bank chiude i battenti. Gli analisti di Kbw, attraverso una nota, hanno riferito che lo scorso 31 dicembre 2022, la banca era in possesso di una liquidità in eccesso – 4,6 miliardi di dollari – rispetto ai depositi di criptovalute, che si attestavano intorno ai 3,8 miliardi di dollari. Gli analisti di Kbw hanno deciso di declassare il titolo Silvergate, che è quotato a Wall Street, a cover – not rating. A determinare questa particolare decisione sono stati principalmente il mercato ribassista delle criptovalute e la bancarotta che ha coinvolto alcune società che operano nel settore. Il fallimento, che ha fatto più discutere è stato quello di Ftx, l’exchange fondato da Sam Bankman Fried, che ha chiuso definitivamente i battenti nel corso del mese di novembre 2022 e con il quale Silvergate Bank aveva dei legami. Sicuramente uno dei motivi che hanno portato a questa decisione di liquidare la banca, è stato il crollo dei depositi, che nel corso del quarto trimestre 2022 sono scesi da 8,1 miliardi a 3,8 miliardi.

I conti della banca sarebbero stati messi ko, inoltre, dal costante pressing dei regolatori statunitensi. Alcuni timori legati alle attività di Silvergate Bank erano cominciati la scorsa settimana, nel momento in cui era stato annunciato un ritardo nella presentazione del suo rapporto annuale alla Sec, l’autorità di controllo dei mercati finanziari statunitensi. Questo ritardo aveva provocato un crollo del titolo a Wall Street, che da inizio anno sta perdendo il 72% e negli ultimi due messi è sceso del 95%.

A dire il vero, è necessario sottolineare che il crollo del titolo starebbe riempiendo le tasche di molti investitori, i quali hanno deciso di posizionarsi short sul titolo e hanno venduto le azioni allo scoperto. Secondo i dati di S3 Partners non sarebbero in pochi ad aver agito in questo senso: grazie ad una posizione corta i venditori, da inizio anno, sono riusciti a portare a casa profitti per 241 milioni di dollari.

I grandi interrogativi di questo fallimento

Uno degli interrogativi, che pone il fallimento di Silvergate Bank, è la preoccupazione di eventuali contagi: la cripto-banca, infatti, ha intrecci con altri attori dell’industria. Coinbase, nel corso degli ultimi giorni, si è affrettata a comunicare di avere un’esposizione ridotta in Silvergate. Nonostante questa rassicurazione, le azioni di Coinbase hanno perso il 6%, andandosi a posizionare sotto i 60 dollari, lontano, quindi, dai massimi a 360 dollari. A pagare dazio sono anche le azioni di MicroStrategy, una software company che si è legata strettamente all’andamento delle criptovalute, dato che detiene 132.500 Bitcoin ossia lo 0,63% della massima offerta prevista dal protocollo per la criptovaluta, che ha stabilito che non ne potranno essere minati più di 21 milioni.

Anche Mara Technologies e Riot Platforms sono in netto ribasso: le due società sono tra i più grandi miners detentori di Bitcoin: il loro andamento in Borsa è strettamente connesso alle fluttuazioni del prezzo della criptovaluta.