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Risparmio e investimenti: i giovani vogliono più App e fintech

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I giovani sono molto più propensi alla gestione del risparmio e degli investimenti di quanto si possa pensare: ma chiedono di poterlo fare sempre più con strumenti digitali, app e altri servizi on line.

È quanto emerge dalla ricerca “Il segmento giovani: capacità di risparmio, strumenti di pagamento e prodotti di investimento” realizzata da Excellence Consulting, a inizio 2021, su un campione di 300 giovani tra i 25 e i 34 anni, rappresentavi della popolazione italiana per sesso e area geografica.
In particolare, i giovani si rivolgono direttamente alle banche a cui chiedono di essere assecondati attraverso strumenti come carte di credito e app dedicate all’investimento.
Mentre per i pagamenti già si conoseva la predilezione per le soluzioni digitali (che arriva a punte dell’80% al Nord), per il risparmio emergono novità interessanti. Circa la metà di questi giovani risparmia almeno il 30% del proprio reddito; il 40% ad oggi ha già investito e oltre il 70% rappresenta un bacino potenziale di clienti per proposte di investimento nei prossimi due anni. Interessante anche la propensione al rischio, con più del 60% che vede nell’investimento una fonte per ricavare reddito.

Tramite questa ricerca – affermano i responsabili Carlo Liotti, Partner ed Head of Payment Practice di Excellence Consulting e Mario Morelli, a.d. di Excellence Education e – abbiamo voluto analizzare il rapporto dei giovani col denaro, i pagamenti, il risparmio, gli investimenti e le banche. Un tema fondamentale. Si pensi alle piattaforme fintech, dove sempre più spesso le soluzioni di pagamento sono affiancate a quelle di risparmio e investimento per valorizzare le relazioni costruite in poco tempo. I giovani, che evidenziano una sostanziale capacità di risparmio e disponibilità a investire in prodotti ad accumulazione e con orizzonti di medio-lungo periodo, chiedono che gli strumenti attualmente utilizzati per i pagamenti digitali consentano anche la possibilità di gestire il risparmio ed accedere ad investimenti ad accumulo come i PAC – Piani di accumulo personalizzati”.

Strumenti di pagamento

Nel dettaglio della ricerca si evidenzia che il 51% degli intervistati ha un conto corrente, il 33% due, l’8% tre, il 5% nessuno, il 3% più di tre. Il 20% utilizza esclusivamente pagamenti digitali, il 46% prevalentemente pagamenti digitali, il 23% in egual misura denaro contante e pagamenti digitali, il 7% prevalentemente contante, il 4% esclusivamente contante.
L’87% ritiene i pagamenti digitali più pratici del denaro contante, l’85% più sicuri; il 37% reputa però di aver maggiore controllo sulle spese col contante che coi pagamenti digitali mentre il 10% non si fida a realizzare pagamenti con gli strumenti digitali per il rischio di frodi.
Per i pagamenti di routine e quelli eccezionali, vengono rispettivamente adoperate: carte di debito nel 51% e 53% dei casi, prepagate in entrambi i casi nel 31%, carte di credito nel 29% e 47%, e-wallet nel 18% e 14%. Le app dedicate ai pagamenti digitali ad oggi disponibili sul mercato vengono utilizzate con elevata frequenza da una larga fetta dei giovani: spesso (25%), sempre (22%), mai (20%), a volte (19%), raramente (14%).

Risparmio: obiettivi e strumenti

Per quanto riguarda il risparmio, il 28% degli intervistati vi destina oltre il 30% delle entrate, il 20% fino al 30%, il 23% fino al 20%, il 21% fino al 10%, il 6% nessuna. Interessante segnalare gli obiettivi per cui stanno risparmiando i giovani: affitto o acquisto della casa (54%), viaggi (53%), hobby, sport e tempo libero (44%), acquisti rilevanti (36%), fondo di emergenza per eventi inattesi (28%), investimenti finanziari (22%), formazione (22%), matrimonio o convivenza (17%), assicurazione integrativa (12%).
Come strumenti di accantonamento e gestione del risparmio vengono preferiti: conto corrente dove si ricevono anche entrate (69%), strumenti finanziari (22%), conto corrente differente da quello delle entrate (16%), conto dedicato al risparmio con condizioni vantaggiose (13%). Rimane ancora spazio di crescita per le app di supporto alla gestione del risparmio e degli investimenti (6%).

Investimenti: c’è voglia di digitale

Circa gli investimenti, solo il 38% ne ha effettuati. La possibilità di investire nei prossimi due anni è considerata probabile: molto (24%), abbastanza (27%), così così (21%), poco (21%), per niente (7%).
Tra le funzionalità disponibili sulle app, il 69% stima vantaggiosa la possibilità di definire un piano di risparmio personalizzato, il 67% la creazione di salvadanai personalizzabili in base agli obiettivi prescelti; il 58% l’arrotondamento per eccesso delle spese effettuate con mezzo di pagamento e contestuale deposito in un salvadanaio digitale, il 53% la possibilità di utilizzare il risparmio per accedere a forme di investimento direttamente dall’app.
Il 64% è o sarebbe interessato a investire per ricavare un reddito, il 29% per proteggere il risparmio, il 7% per fare attività speculative.
Per quanto riguarda l’orizzonte ideale per gli investimenti, questi sono i traguardi temporali: da uno a tre anni (48%), oltre tre (43%), meno di uno (9%).
Per la scelta dell’investimento tramite intermediario, il 63% si rivolge o si rivolgerebbe alla propria banca, il 29% a istituzioni specializzate private italiane, il 18% a startup o fintech, il 16% a istituzioni pubbliche, l’11% a specializzate private internazionali.
Le caratteristiche desiderate da un intermediario di investimento sono: disponibilità di strumenti digitali (90%), trasparenza dei costi (89%), convenienza dei costi (86%), affidabilità del brand (86%), qualità e ampiezza della gamma prodotti (80%), rendimenti storici dei prodotti (76%), presenza di un referente dedicato (73%).

In Italia – spiega Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consultingle banche commerciali e le reti di consulenti hanno l’esigenza di gestire il fenomeno del passaggio generazionale dei patrimoni e di rilanciare la loro relazioni con le fasce di clientela più giovane. Spesso sul mercato si parla dei giovani adottando degli stereotipi: clienti mass market, con capacità di risparmio e inclinazione agli investimenti di lungo periodo ridotte. Il pregio di questa ricerca è stato quello di sfatare questi miti: i giovani già utilizzano e apprezzano gli strumenti digitali per i pagamenti, hanno in generale capacità di risparmio e vogliono investire per accumulare patrimoni finanziari. Sta alle banche più interessate all’argomento trarre le conseguenti deduzioni in termini operativi per cogliere l’opportunità. Le banche leader di domani è presumibile che saranno quelle che oggi riusciranno a raccogliere meglio il favore delle generazioni più giovani.”