Economia

PNRR: Mef approva i primi cinque Piani delle Attività, quali sono

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Via libera ai primi cinque Piani delle Attività relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sottoscritti con Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero della Salute, Ministero della Transizione Ecologica, Ministero della Cultura e Ministero della Mobilità e delle Infrastrutture Sostenibili.

I Piani, come rende noto il Mef, rientrano nell’Accordo quadro fra il MEF e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) sulle attività di advisory alla Pubblica Amministrazione, prevedono l’assistenza tecnica da parte di CDP che in questo modo amplia il proprio ruolo di sostegno alle Amministrazioni impegnate nell’attuazione del PNRR.

I Piani delle Attività definiscono, infatti, i servizi di sostegno tecnico-operativo e affiancamento che CDP metterà a disposizione annualmente delle Amministrazioni centrali titolari di interventi del PNRR e ai soggetti attuatori a livello territoriale, per facilitarli nella realizzazione delle linee di intervento di competenza, nonché nel disegno delle progettualità e nell’esecuzione delle correlate attività.

Una sfida importante che si inquadra nel più ampio contesto dei servizi di Assistenza tecnica che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha previsto a beneficio delle Amministrazioni titolari e dei soggetti attuatori, per sostenerli nel compito di attuare un volume significativo di investimenti con nuove modalità, tempistiche stringenti e target precisi da perseguire. Il successo del PNRR passa dalla capacità che le Amministrazioni dimostreranno nel saper gestire i programmi di investimento, centrando obiettivi e traguardi, nonché dalla capacità degli Enti di presentare e attuare progetti validi. CDP, con il coordinamento di MEF e RGS, mette a disposizione le proprie competenze specialistiche e fornisce assistenza tecnica nelle principali fasi di realizzazione degli interventi previsti dal PNRR.

Pnrr: cosa ha previsto il governo italiano

 L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU), un programma di  portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della RRF, che per il nostro Paese è stimata in 122,6 miliardi.

Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo Piano, che si articola in sei Missioni e 16 Componenti, beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi mesi con il Parlamento e con la Commissione Europea, sulla base del Regolamento RRF. Le sei Missioni del Piano sono:

  • digitalizzazione,
  • innovazione,
  • competitività,
  • cultura e turismo;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • istruzione e ricerca;
  • inclusione e coesione;

Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU e soddisfa largamente i parametri fissati dai regolamenti europei sulle quote di progetti “verdi” e digitali.