Economia

Petrolio ai minimi di 11 anni, aziende a rischio crac

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NEW YORK (WSI) – Economie dei paesi esportatori di greggio in crisi e aziende a rischio fallimento, in particolare i player che avevano pesantemente investito nel settore del gas di scisto americano. Sono gli effetti del continuo calo dei prezzi del petrolio.

La diga si è rotta e le quotazioni sono in caduta libera, ormai scivolate ai minimi di 11 anni. Le prospettive di un eccesso di offerta, per via di un mercato inondato da barili di oro nero in un periodo di rallentamento della domanda, innervosiscono i trader nei mercati della materia prima.

Le quotazioni sul Brent londinese a un certo punto sono arrivati a perdere quasi il 2% a 36,17 dollari al barile, il livello più basso da luglio 2004. Nemmeno all’apice dell’ultima crisi finanziaria avevano toccato un prezzo così basso.

Il prezzo del future londinese è sceso a 36,20 dollari al barile la vigilia di Natale del 2008, in un momento in cui l’economia globale si apprestava a sprofondare in una fase di recessione successiva al crac di Lehman Brothers.

Al momento il valore del contratto sul Brent è di $36,42 al barile, comunque sotto i livelli della seduta precedente. Intanto il Wti americano scambia in area 34,50 dollari, i livelli più bassi dal 2008.

Petrolio: il contratto sul Brent è sceso ai minimi di 11 anni.

La produzione mondiale di petrolio si aggira sui massimi di sempre e il mercato sarà inondato da fiumi di barili provenienti dall’Iran, ora che le sanzioni internazionali sono state revocate. L’obiettivo di Teheran è rubare consumatori a Arabia Saudita e Russia.

L’offerta in eccesso riguarda anche gli Stati Uniti, dove nuove trivellazioni sono all’orizzonte e le scorte sono in aumento.

Intanto sugli altri mercati, euro e bond della periferia dell’area euro sono sotto pressione a causa dell’incertezza politica in Spagna. Le Borse sono volatili, per via degli scambi ridotti nella settimana delle feste natalizie.