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Perché lo Spread è tornato a salire fino a 160 punti base

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NEW YORK (WSI) – Non se ne parlava da tempo. Nelle ultime sedute, la crescita dello spread, il differenziale tra il rendimento dei Bund tedeschi e i nostri Btp decennali, ossia i Buoni del Tesoro pluriennali, è tornato sotto i riflettori per via delle sorti incerte del governo Renzi.

A determinare l’atteggiamento negativo da parte degli investitori, è soprattutto l’incertezza sugli esiti del referendum costituzionale a cui il premier ha legato l’esistenza del governo stesso (No in vantaggio sul Sì 37,6% a 34,7% per il sondaggio Emg/TgLa7). Se è vero che la vittoria del No non cambierebbe nulla dal punto di vista economico, la sensazione dominante è che il deterioramento dei rapporti con la Commissione Ue in seguito alla presentazione di una manovra tutta in deficit renderebbe i rapporti tra Roma e Bruxelles più complicati.

A preoccupare, contribuiscono inoltre le condizioni di salute dell’economia italiana. L’andamento negativo della produzione industriale e il clima deflazionistico non costituiscono ottime premesse per la crescita economica del 2017.  Senza contare che oggi i numeri sul Pmi manifatturiero confermano lo status di Italia fanalino di coda dell’economia dell’Eurozona.

Insomma, tutto sembra remare contro il governo Renzi. E, di conseguenza, la paura tra gli investitori sale.Il loro pessimismo verso l’Italia è confermato dal sondaggio Sentix, che mette in evidenza che il 9,9% degli esperti intervistati veda lo scenario Italexit più probabile rispetto alla Grexit (8,5%), per la prima volta dal giugno del 2012.

Oggi lo spread tra Btp e Bund ha aperto in rialzo a 159 punti dai 157 della chiusura di domenica con un rendimento all’1,74%. Lo spread tra i Btp e il Bund tedesco a dieci anni ieri ha chiuso a quota 157 punti (1,75 di rendimento contro lo 0,18%). Si tratta del valore più alto dalla scorsa estate quando le emissioni italiane soffrirono a causa della Brexit.

Significativa anche la crescita dello spread tra i titoli decennali italiani e gli omologhi Bonos spagnoli che si è attestato a 47 punti ritoccando il massimo da febbraio 2012.