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Padoan su pensioni: “Rimborsi dal 40% al 10%”. E “così Iva non sale”

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ROMA (WSI) – Il ministro delle Finanze e dell’economia Pier Carlo Padoan torna a parlare del decreto del governo sul rimborso delle pensioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla riforma Fornero. A margine della segreteria del Pd parla anche il premier Renzi, che afferma che “sul tema di riuscire a dare un pochino più di flessibilità alla Fornero sono molto ottimista che si possa fare durante la Stabilità, quindi a ottobre-novembre”.

La modifica della legge Fornero, per il premier è “un tema vero, che c’è”. “Se però lo diciamo adesso sembra che sia un’operazione di campagna elettorale” spiega a margine della direzione del Pd. “Intanto abbiamo recuperato due miliardi di euro e li diamo a quei quattro milioni di cittadini che ne hanno titolo”.

Padoan ha precisato che per il 2012-13 il decreto pensioni riconosce “la rivalutazione del 40%” per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, del 20% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo e del 10% per quelli tra 5 e 6 volte il minimo. Per il 2014-15 sarà rimborsato “il 20%” di quanto previsto per il biennio precedente, ha detto alla Camera.

Dal 2016 le pensioni saranno interessate da un aumento strutturale, pari “al 50% di quanto stabilito per le mensilità del biennio 2012-2013”. Su questo montante si applicherà l’indicizzazione Letta. Quelli dal 2016, spiega il ministro, “sono benefici permanenti” mentre i rimborsi per il periodo 2012-2014 e i primi 8 mesi del 2015 arriveranno il primo agosto con un’unica soluzione.

A un pensionato con un trattamento di 1.700 euro lordi arriverà una una tantum di 750 euro netti.

Se i rimborsi fossero stati totali, ha di nuovo detto Padoan in un’audizione alla Camera, ci sarebbe stata nel 2015 una “spesa aggiuntiva di competenza pari a circa 17,6 miliardi al netto degli effetti fiscali”, con la conseguenza di “un incremento non sostenibile della spesa per pensioni nel 2015 e negli anni seguenti”.

Gli oneri “sarebbero stati contabilizzati nell’anno in corso” e il deficit/Pil nel 2015 sarebbe salito “dal 2,5% previsto dal recente Def al 3,6%”. Ancora, con i rimborsi pieni “si ridurrebbero significativamente i margini di bilancio e di intervento per i prossimi anni, sia in relazione all’intenzione del governo di eliminare gli effetti delle clausole di salvaguardia che altrimenti comporterebbero un aumento dell’Iva, sia per il finanziamento di nuovi interventi da porre in essere per sostenere la ripresa”.

Il decreto pensioni favorisce le “fasce meno abbienti” e “ancora una volta il governo ha prestato più attenzione a chi ha redditi più contenuti”.