Economia

“Il settore automobilistico metterà il turbo nel 2019”

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A cura di Nicolas Simar, Lead Portfolio Manager, European Equity Dividend Strategies di NN Investment Partners

Dopo il dieselgate, l’UE ha introdotto un nuovo metodo per misurare le emissioni delle auto e il consumo di carburante. La nuova Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure (WLTP) è stata adottata dopo che i produttori di automobili hanno installato dei software progettati per abbassare le emissioni dei loro motori diesel durante i test. La nuova procedura, che è stata resa effettiva nel terzo trimestre, ha richiesto lunghi test per ogni modello d’automobile. Questo ha reso il processo complicato e ha rivoluzionato la filiera del settore automobilistico. Al momento però la maggior parte dei fornitori si è completamente adeguata ai nuovi test e l’impatto negativo sulle consegne è stato notevolmente ridotto. Ciò significa che l’anno prossimo molto probabilmente le consegne aumenteranno rispetto al 2018, anno in cui le conseguenze di questi cambiamenti si sono fatte sentire.

L’altro fattore che sta riducendo le valutazioni del settore automobilistico è l’andamento deludente delle vendite di auto cinesi di quest’anno. Negli ultimi mesi, il calo delle vendite è accelerato dal -4% a luglio al -12% a settembre e ottobre. L’incertezza relativa all’impatto della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti e il calo del mercato azionario cinese rappresentano le ragioni principali del calo delle vendite di auto. I consumatori cinesi stanno anticipando le misure di stimolo che il governo metterà probabilmente in campo per spingere le vendite di automobili in modo da offrire supporto all’economia cinese. È probabile che ciò induca i consumatori a posticipare gli acquisti di automobili in attesa di eventuali sussidi. L’industria automobilistica apporta un notevole contributo al prodotto interno lordo cinese ed è quindi probabile che venga stimolata per sostenere la crescita economica in linea con i target governativi.

La misura su cui si fanno più ipotesi è la riduzione dell’imposta di acquisto per le auto di piccole dimensioni dal 10% al 5%. Questa si è rivelata una politica di successo anche nel 2016. Ci si aspetta che ciò possa far crescere il mercato del 10% nel 2019 o di quasi 2 milioni di automobili. Il piano di stimolo per il mercato cinese delle auto non è ancora ufficiale, ma a nostro avviso è altamente probabile che sarà attuato per compensare la pressione economica derivante da dazi più elevati all’inizio del 2019.

Quest’anno quello automobilistico è stato tra i settori con le prestazioni peggiori, in Europa. I titoli dei costruttori di auto, i produttori di componenti originali, hanno visto un calo di quasi il 15% da inizio anno e i fornitori di ricambi d’auto hanno perso addirittura il 35% della loro capitalizzazione di mercato. Le valutazioni sono diminuite drasticamente e sono vicine ai livelli di recessione, poiché il mercato sembra scontare il rallentamento delle vendite di auto cinesi, mentre il mercato americano e quello europeo che si teme stiano raggiungendo il picco. Riteniamo che il mercato cinese si riprenderà grazie allo stimolo, mentre USA e UE possono mantenere i livelli attuali grazie all’aumento dei tassi di occupazione e del potere d’acquisto a causa dell’inflazione salariale. Finché queste regioni non subiranno una recessione, i loro mercati dell’auto saranno sostenibili.

A nostro parere dunque il mercato è eccessivamente pessimista. Una ripresa in Cina potrebbe dare slancio alle vendite globali di automobili e potrebbe portare a una ripresa delle azioni dei costruttori di auto e dei fornitori. In un contesto in cui ci si aspetta un aumento delle vendite, le azioni dei fornitori tendono a sovraperformare quelle delle case automobilistiche in quanto crescono più velocemente. Le stime attuali non stanno scontando la crescita delle vendite di automobili cinesi nel 2019. La Cina rappresenta oltre il 30% dei profitti della maggior parte delle case automobilistiche e dei fornitori.

Ci aspettiamo che i fornitori siano in grado di beneficiare della ripresa del mercato europeo e di quello cinese. In ottica di investimento, dopo un significativo declassamento, questi titoli offrono valutazioni interessanti che stanno per avvicinarsi ai livelli visti durante l’ultima recessione. Inoltre, non meno importante, offrono dividendi superiori alla media, con dividend yield attualmente tra il 4% e il 5%.