Economia

Mutui, le 10 regole d’oro per contrastare l’aumento della rata

A giugno la Bce ha rialzato ancora i tassi d’interesse, come previsto dagli analisti, di 25 punti base. E tutto lascia presagire che farà altrettanto anche a fine luglio, cosa che ha scatenato le proteste di numerosi governi europei tra cui quello dell’Italia. Così il tasso di riferimento europeo è salito al 4% e di conseguenza sono aumentate anche le rate dei mutui, una stretta che secondo quanto emerge dovrebbe acuirsi ancor più da agosto. Per questo è importante conoscere quali sono le 10 regole d’oro per contrastare il rincaro della rata. Vediamo tutto nell’analisi.

La decisione della Bce

Nessuna sorpresa (o pausa) positiva per i risparmiatori europei. La Bce, al contrario della Fed, prosegue nella sua linea restrittiva e aumenta ancora un po’ i tassi d’interesse. Chi ha un mutuo a tasso variabile vedrà per l’ennesima volta salire l’importo della rata mensile, come spiegato in questo articolo precedente con un+60% dal 2022. Dovrebbe farlo anche nella riunione prevista il 27 luglio, con altri 25 punti base di aumento, facendo salire i tassi nuovamente ad agosto. Anche se ci sono alcuni accorgimenti utili per evitare che la situazione sfugga di mano al mutuatario.

Gli aumenti alle rate dei mutui

Gli aumenti per le famiglie sono stati consistenti e sappiamo bene che se non si paga il mutuo con la banca le conseguenze possono essere nefaste: dagli interessi di mora fino all’ipoteca della casa. Proprio per evitare di finire in situazioni così negative, è possibile agire per tempo. Nell’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Telemutuo sono stati riassunti 10 consigli per contrastare l’aumento della rata.

Le 10 regole d’oro per contrastare l’aumento delle rate dei mutui

1. Rinegoziazione

Voce del verbo: parliamone. La rinegoziazione è la prima strada utile se ci si rende conto che l’importo mensile sta arrivando a livelli insostenibili. Bisogna contattare la banca che ha erogato il mutuo e chiedere di rinegoziare i termini del rimborso. L’operazione non ha costi e ha l’obiettivo di allungare la durata del piano di ammortamento facendo così calare subito l’importo delle rate. Va proprio in questo senso la proposta salva rate avanzata di recente dal governo Meloni, che chiede un impegno delle banche nell’allungare le durate dei mutui per poi abbassare le rate.

2. Estinzione

Altra opzione, ma solo se si ha un po’ di risparmi da parte, è l’estinzione anticipata. Si può infatti chiedere alla banca di rimborsare il capitale prima del termine previsto, procedendo a un’estinzione anticipata del mutuo, parziale o completa, a seconda della somma disponibile.

3. Surroga

Altra soluzione comune e diffusa è quella della surroga, con cui in buona sostanza si passa a una nuova banca che offre condizioni migliori. Questo permette di cambiare il tipo di mutuo, passando magari dal variabile al fisso, ma anche il tasso e la durata, senza variare intestatari, somma mutuata e iscrizione ipotecaria. Non ci sono costi per il mutuatario e la vecchia banca per legge non può proprio opporsi al trasferimento.

4. L’opzione del tasso misto

Per chi ha mutui a tasso misto, c’è un’opzione precisa che va assolutamente considerata in questa fase: la possibilità di modificare il tasso di interesse, passando dal variabile al fisso e viceversa, secondo determinate scadenze temporali stabilite per contratto. In questo modo ci si mette al riparo dai prossimi aumenti che Christine Lagarde ha già promesso nell’ultima riunione di ieri.

5. La legge del 2023

Altro consiglio prezioso per chi ha il tasso variabile, la legge di Bilancio 2023 prevede la possibilità, fino a fine anno, di passare da un mutuo a tasso variabile ad uno a tasso fisso senza costi, purché si rispettino alcune condizioni: mutuo inferiore a 200 mila euro, Isee del mutuatario non superiore a 35mila euro, mutuatario mai in ritardo con i pagamenti.

6. Posticipare la rata

Se le difficoltà patrimoniali aumentano, è anche possibile premere sul pulsante “Stop”. Basta verificare che nel contratto di mutuo sia prevista l’opzione di flessibilità o “salta rata”, che spesso viene proposta in sede di stipula: si potranno così posticipare alcune rate, in accordo quindi con la banca stessa.

7. Il Fondo Gasparrini

Altro consiglio utile è quello di far ricorso al Fondo Gasparrini, un fondo di solidarietà per sospendere le rate dei mutui sulla prima casa. Per fare richiesta, bisogna rientrare in determinate categorie: lavoratori in cassa integrazione o disoccupati, liberi professionisti o partite Iva in difficoltà economiche.

8. Vendere casa

Questo consiglio, forse, è quello meno gradito a molti ma può essere anche quello risolutivo. Vendere casa però può portare diversi benefici: azzerare il mutuo con parte dei soldi ricevuti dalla vendita, avere disponibili nuovi capitali da poter reinvestire in un immobile meno costoso. Un’ipotesi dolorosa, certo, che comporterebbe anche il trasloco, ma di sicuro migliore di vedere la casa venduta all’asta perdendo tutto ciò che si è investito finora.

9. Saldo e stralcio

Un’ulteriore soluzione per chi è in gravi difficoltà è proporre alla banca un saldo e stralcio. Ossia un accordo con cui il debitore versa una somma inferiore rispetto al dovuto, stralciandone quindi una parte. Così il primo riesce a rimborsare la cifra pattuita e tenersi la casa, mentre il secondo evita di far ricorso a procedure esecutive per ottenere quanto gli spetterebbe.

10. La legge salva suicidi

Se invece la banca non dovesse accettare neanche il saldo e stralcio, per il quale non vie è alcun obbligo, l’ultimo appiglio è la cosiddetta legge salva suicidi: introdotta nel 2012 dal governo Monti, è pensata per cittadini e piccoli imprenditori, che non dispongono di un patrimonio prontamente liquidabile. Tale norma permette di attivare un procedimento in Tribunale e concordare con il giudice un piano di rientro sostenibile in base alla situazione finanziaria personale.