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Mps e Carige, spunta (di nuovo) l’ipotesi Ubi Banca

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Mentre il governo ribadisce di avere sotto controllo i dossier sulle banche italiane in difficoltà, non arrivano rassicurazioni sulla possibilità di “soluzioni di mercato”.

Fra i nomi che sono circolati per una possibile acquisizione Mps o Carige c’è anche Ubi Banca. Ma il ceo Victor Massiah, è intervenuto per smentire categoricamente le voci: “In questo momento e in questo contesto” mancano “le condizioni per operazioni di consolidamento bancario”.

Gli ha fatto eco il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Andrea Moltrasio. Intervenuto martedì a Milano, il presidente ha escluso che l’istituto possa farsi avanti su Mps e Carige: “La preoccupazione per la situazione generale è condivisa, il fatto di essere considerati una banca sana sicuramente ci fa piacere”, ha aggiunto.

La soluzione di mercato, per il caso Carige, metterebbe l’acquirente di fronte alla necessità di una ricapitalizzazione stimata fra i 400 e i 500 milioni di euro. La Bce, poi, avrebbe mostrato scetticismo di fronte alla possibilità del “matrimonio fra zoppi” Mps-Carige.

Secondo quanto ipotizzato da Affaritaliani, però, Ubi Banca potrebbe prendere in considerazione l’acquisto di un pezzo di Mps, l’ex Antonveneta, che potrebbe offrire sinergie interessanti all’istituto guidato da Massiah: “l’ex rete Antonveneta è concentrata tra Veneto (quasi 300 filiali) e Friuli Venezia Giulia (una sessantina di sportelli), oltre a modeste presenze in Piemonte e in Sicilia (una decina di sportelli in ciascuna), per cui il rischio di sovrapposizioni”, con l’attuale rete di filiali Ubi sarebbe “minima”.

L’ipotesi era già stata ventilata nel luglio del 2016, quando il Corriere della Sera riferì che varie “fonti concordanti” avevano parlato di “contatti con Ubi per l’acquisto del ramo d’azienda rappresentato dalla ex Banca Antonveneta”.

Da Davos, nel frattempo, sono arrivate nuove rassicurazioni, dal ministro delle Finanze Giovanni Tria, sulla preparazione del governo di fronte a ogni scenario di crisi. Sulle possibili criticità di Carige, Mps e Popolare di Bari il ministro ha dichiarato che “nessuno di questi casi può implicare una crisi sistemica, noi stiamo intervenendo e monitorando per non avere impatto territoriale anche sull’economia e da questo punto di vista c’è l’interesse pubblico”.

L’ipotesi nazionalizzazione non viene apertamente citata da Tria, il quale però ha dichiarato che, nel caso in cui non si trovi una soluzione di mercato il governo “è pronto evidentemente ad affrontare anche altre situazioni”.