Sull’azionario globale il sentiment rimane improntato alla cautela, in vista dell’Election Day alle porte. Alta tensione tra gli operatori per la maggiore probabilità che, nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti, alla fine il tycoon newyorkese Donald Trump abbia la meglio sulla candidata democratica Hillary Clinton. Le ansie legate alle elezioni presidenziali americane del prossimo 8 novembre si confermano tra i principali market mover di queste sedute.
Focus anche sulla riunione della Fed che è terminata, come previsto, con un nulla di fatto. Janet Yellen ha lasciato i tassi invariati, per non aggiungere ulteriore tensione in un momento, come quello della corsa alla Casa Bianca, contrassegnato già dalle paure degli investitori. A questo punto bisognerà vedere se la Federal Reserve avrà il coraggio di agire nella riunione di dicembre.
In Europa, arrivano buone notizie dal fronte della stagione degli ultimi. Ben tre le banche che hanno battuto le stime: si tratta di Societe Generale, ING and Credit Suisse, i cui titoli riportano tuttavia performance contrastate.
Ma la vera protagonista di oggi è sicuramente la sterlina, dopo la notizia della sentenza choc dell’Alta Corte di Giustizia di Londra che ha affermato che, a dispetto del voto dei britannici a favore della Brexit dato lo scorso 23 giugno, il governo non può attivare l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona per dare inizio ufficialmente alla procedura di divorzio dall’Unione europea. E’ necessario, infatti, il voto del Parlamento.

La Brexit appare dunque più lontana e nel giorno in cui la Bank of England rivede anche al rialzo le stime sull’inflazione del Regno Unito, la sterlina segna il rialzo più forte dallo scorso luglio. Nei confronti del dollaro, sale fino a +1,4% a $1,2473, riportando il rialzo più sostenuto dallo scorso 14 luglio, dopo essere balzata fino a $1,2494, al record dallo scorso 7 ottobre.
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Adidas ha battuto le attese degli analisti, riportando utili, nel terzo trimestre dell’anno, pari a 387 milioni di euro, su base netta. Le vendite nette si sono attestate a 5,41 miliardi di euro. Il titolo non reagisce con grande entusiasmo alla notizia. Il grafico mostra il trend da inizio anno.
L’olandese ING sotto i riflettori, fa parte delle tre banche europee che hanno comunicato nella giornata di oggi risultati di bilancio migliori delle attese. Le altre sono Société Générale e Credit Suisse.
Nel terzo trimestre dell’anno ING ha assistito a un aumento degli utili su base netta pari a +27%, beneficiando della crescita dei depositi e dei prestiti.
In particolare, gli utili netti si sono attestati a 1,35 miliardi di euro, rispetto agli 1,06 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Il titolo reagisce alla notizia con un balzo superiore a +3%.
In rialzo i prezzi del petrolio.

E ora Brexit in pericolo? L’Alta Corte di Giustizia di Londra ha affermato che il governo britannico non ha il potere di attivare l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona per dare il via all’iter del divorzio dall’Unione europea. Acquisti scatenati sulla sterlina.


Incertezza sui mercati, la borsa di Londra vira in negativo subito dopo la decisione dell’Alta Corte di Giustizia.

La Brexit sembra più lontana, i mercati azionari europei migliorano. L’indice Ftse Mib di Piazza Affari sale alle 12.16 ora italiana dello 0,74%, a quota 16.597,23 punti. Tra i titoli, debolezza di Mps, che resiste comunque segnando un rialzo dello 0,34%, a 0,23 euro, nonostante l’ammissione, da parte della stessa banca, dell'”indisponibilità degli investitori istituzionali” a partecipare all’aumento di capitale prima di capire l’esito del referendum.
Si prevede avvio contrastato per i mercati azionari americani.

Contrastata nel pomeriggio la performance dei principali indici azionari europei.


Si conferma negativa la performance del titolo Facebook.

Prezzi del petrolio sotto pressione, si aggirano attorno al minimo in cinque settimane, scontando la crescita delle scorte crude negli Stati Uniti. L’ultimo report dell’EIA ha indicato di fatto che, nella settimana terminata lo scorso 28 ottobre, le scorte di crude sono balzate di ben 14,4 milioni di barili, mettendo a segno il balzo, su base settimale, più forte da quando sono iniziate le rilevazioni, nel 1982. Alle 16.40 circa ora italiana, i prezzi del WTI scendono dello 0,84%, a $44,96 al barile, mentre le quotazioni del Brent calano dello 0,43%, a $46,66 al barile.
A pochi minuti dalla fine delle contrattazioni, il Ftse Mib cede -0,28%, a 16.427,66 punti. Tra i titoli, sotto pressione di nuovo i bancari, con Mps -0,30%, Bper -0,60%, BPM -1,18%, BP -1,08%. Bene invece Intesa SanPaolo +1,79%, Unicredit piatta, Ubi Banca -2,54%. Tra i titoli di altri settori Cnh Industrial -1,21%, Brembo -2,54%, Exor -2,04%, FCA -0,97%, Luxottica balza oltre +3%, Telecom Italia +0,45%.
Chiusura al ribasso per i principali indici azionari europei.

Ftse Mib in calo dello 0,22%, a 16.437,92 punti.
Tra i titoli europei, focus su Air France-KLM, che ha assistito nel terzo trimestre a un calo del fatturato del 6,5%. Negativa la reazione del titolo, che cede quasi il 4%. Il grafico mostra la performance del titolo dall’inizio del 2016.