Economia

Mario Draghi, le priorità per il nuovo governo

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Oggi alle ore 12 Mario Draghi salirà al Quirinale per incontrare il presidente Mattarella che dovrebbe conferirgli il mandato per la creazione di un governo tecnico al fine di guidare il paese verso le prossime elezioni in calendario per il 2023.

Mattarella ha fatto appello alla forze politiche in Parlamento per sostenere questa soluzione. Per il Quirinale la crisi sanitaria ed economica “richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo”.

L’ex presidente della Bce vanta un curriculum eccezionale ed è ritenuto una delle menti economiche più brillanti in circolazione, in grado di trovare una soluzione anche ai problemi più complessi. Sia economici che politici.

Mario Draghi, le priorità

Tra le priorità di Mario Draghi la messa a punto del recovery plan da 210 miliardi di euro che deve essere presentato entro aprile a Bruxelles. Le bozze del piano finora circolate sono state ritenute insufficienti per favorire nuovi investimenti e rilanciare l’economia italiana verso un solido percorso di crescita.
Connesso al piano ci saranno da mettere a punto le riforme che la Ue ha chiesto tra cui la semplificazione della pubblica amministrazione (burocrazia), della giustizia e del fisco. Riforme ferme da anni nei meandri della politica romana visto che nessuno dei precedenti governi ha avuto la forza di portarle a compimento.

Da mettere a punto al più presto anche la campagna di vaccinazioni per favorire entro la fine dell’anno la famigerata immunità di gregge. Solo in questo modo potranno essere rimosse le limitazioni alle attività commerciali e agli spostamenti introdotte per limitare la circolazione del virus.

Cosa trova il nuovo Premier

La situazione dell’economia italiana, ancora nel pieno della pandemia da coronavirus versa in situazioni drammatiche. Secondo quanto reso noto oggi dall’Istat nel 2020 il Pil italiano ha registrato un crollo dell’8,9%, il maggiore dalla fine della seconda guerra mondiale. Per il 2021 il Fmi stima una ripresa del 3%, ovvero 2,2 punti percentuali in meno delle stime precedenti di ottobre. Per quanto riguarda il 2022 il Pil è dovrebbe crescere del 3,6%, l’1% in più alle stime di ottobre. Si tratta di numeri inferiori a quelli previsti gli altri paesi della zona euro.

Drammatica, per le dimensioni, anche la situazione dei conti pubblici. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale alla fine del 2021 il rapporto tra debito pubblico e Pil salirà al 160%. Un livello record ma che al momento è ritenuto sostenibile grazie agli acquisti per oltre 300 miliardi di euro di Btp effettuati nel corso degli ultimi 12 mesi dalla Bce.

Difficile anche la situazione sul fronte sanitario con un bilancio dall’inizio dell’emergenza di 2.570.608 persone contagiate e 89.344 decessi.