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Lo stop alle retrocessioni farà bene agli ETF? Il parere di Baron (Franklin Templeton)

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La Commissione europea sta lavorando alla Retail Investment Strategy, un provvedimento che introduce un potenziale stop alle retrocessioni, ossia alle commissioni pagate da banche e reti di consulenza ai consulenti finanziari che vendono i loro prodotti. Una proposta che ha sollevato un vivace dibattito tra gli operatori del settore, che si sono pronunciati sul tema all’evento di WSI del 16 febbraio 2023. Tra loro anche Alessandro Foti, AD di FinecoBank, secondo cui questo processo darà un ulteriore spinta ai fondi passivi ed ETF (Exchange Traded Fund).  Sul tema si è pronunciata anche Caroline Baron, head of distribution Emea degli ETF di Franklin Templeton (nella foto, a destra), durante la conferenza stampa organizzata ieri per festeggiare i 5 anni dall’ingresso della società in questo mercato, secondo cui:

“Ovviamente il settore si adeguerà alle future normative europee. Ma la proposta europea richiede del tempo e non è tutto bianco o nero. Non è scontato che sia un vantaggio per l’industria degli ETF. In UK, dove c’è già la consulenza a parcella, abbiamo un advisory gap. Lo smantellamento delle tradizionali catene distributive europee rischia di privare la clientela di un utile strumento di alfabetizzazione finanziaria e la nostra industria, caratterizzata da prodotti innovativi, ha necessità di un incremento del livello di educazione agli investimenti oggi presente tra i cittadini. Serve formazione per spiegare agli investitori retail cosa sono gli ETF, perché se non li conoscono, non li usano”.

La formazione è uno dei maggiori ostacoli all’adozione di questi prodotti da parte degli investitori retail. In Europa infatti gli Exchange Traded Fund sono utilizzati all’80% da clienti istituzionali e al 20% da clienti retail. Baron ha sottolineato che sta infatti crescendo l’adozione di ETF presso i clienti retail di paesi come Germania e Usa, dove sono più diffusi robo advisor, neobank e portafogli modello. “In Italia, la percentuale di investitori retail in Exchange Traded Fund è maggiore rispetto ai numeri europei, sebbene manchino dei dati ufficiali sul tema. Tuttavia, le masse maggiori in ETF sono istituzionali”, ha detto Demis Todeschini, senior ETF specialist per Italia di Franklin Templeton (nella foto, a destra).

Il mercato degli ETF

In Europa il patrimonio investito in Exchange Traded Fund è pari a 1.420 miliardi di dollari, con una raccolta di 89 miliardi. Gli Usa trainano l’adozione degli ETF, ma sui temi ESG il traino è l’Europa. In tutte le borse maggiori (Germania, Francia e Italia) sta scendendo la dimensione media del contratto in ETF, per cui in futuro saranno sempre più adottati dagli investitori retail.

In Italia il patrimonio investito in Exchange Traded Fund è pari a 108 miliardi, ossia il 10% rispetto al patrimonio investito in fondi comuni. “Abbiamo un problema strutturale di educazione finanziaria, che ha ripercussioni negative sugli ETF. Non dobbiamo poi dimenticare che sono uno strumento giovane, presente sul mercato da soli 20 anni e precisamente dal 30 settembre 2002“, ha chiarito Todeschini.

Nel nostro paese i flussi di ETF ESG sono maggiori di quelli non ESG. Nel 2022 gli ETF non ESG hanno avuto una raccolta negativa, mentre la raccolta di quelli ESG è stata positiva. Gli italiani sono dei Bot people, per cui usano gli ETF obbligazionari in misura maggiore rispetto agli investitori europei.

I 5 trend dietro la diffusione degli ETF

Il 2022 è stato il secondo anno con maggiori afflussi verso gli Exchange Traded Fund dopo il 2021. Il mercato è cresciuto con un  Cagr del 10% negli ultimi 10 anni. Merito di 5 trend:

  1. Forte crescita e molti operatori che stanno entrando nel settore;
  2. Innovazione di prodotto, con ETF tematici, obbligazionari e attivi;
  3. Pressione continua sui costi degli investimenti, che erodono i rendimenti;
  4. Maggior enfasi sulla consulenza a parcella, che presta più attenzione agli ETF, in particolare in Usa, dove si sta puntando sul modello fee-based;
  5. Digitalizzazione.

L’offerta di Franklin Templeton

Franklin Templeton ha lanciato la sua piattaforma di Exchange Traded Fund in Usa nel 2016 e poi nel 2017 la piattaforma Emea di ETF. In Europa Franklin Templeton ha 20 ETF Ucits a replica fisica. Ad oggi tali prodotti sono proposti soprattutto ai clienti istituzionali, che conoscono meglio gli ETF. Ma la società cerca anche di raggiungere i risparmiatori retail attraverso piattaforme di trading online (come Fineco e Direct), neobank e roboadvisor. Ma prima di spingere il prodotto, occorre formazione.

Franklin Templeton punta a diventare uno dei 10 maggiori fornitori di ETF in futuro, incrementando il numero di prodotti, le loro masse e i paesi dove sono distribuiti. In futuro, il gestore intende fornire soluzioni di investimento che guardano al futuro, ad esempio per costruire delle allocazioni pensionistiche. Nelle prossime emissioni la società continuerà a emettere Exchange Traded Fund ESG, obbligazionari e tematici. L’obiettivo è raccogliere 1 miliardo di euro in Italia.