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Legge elettorale, per Renzi secondo ko dopo referendum

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“Il fallimento è tutta colpa di Grillo”, ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi, parlando della fine dell’intesa a quattro, Pd, Fi, Lega e M5s sul sistema proporzionale su modello tedesco con soglia di sbarramento al 5%, consumatasi ieri in aula alla Camera. Durante il voto di un emendamento proposto da Michaela Biancofiore, la maggioranza è andata sotto e i franchi tiratori hanno colpito il bersaglio di affondare l’accordo.

Un errore del tabellone elettronico ha mostrato per pochi secondi il risultato, che doveva essere segreto e, sebbene le interpretazioni della visione siano discordanti, il relatore della legge Emanuele Fiano ha sostenuto che i franchi tiratori fossero fra i cinque stelle, e ha dichiarato morta la legge elettorale.

“Un fallimento impressionante”, secondo Matteo Renzi, che già lo scorso 4 dicembre 2016 aveva visto affossare nel referendum costituzionale la proposta di riforma della Costituzione. “I cinque stelle sono inaffidabili per definizione”, ha continuato Renzi, che ora è dubbioso e poco ottimista sulle possibilità di un nuovo patto in tempi brevi, “il Pd aspetta le proposte di chi ha cambiato idea sul sistema tedesco”.

Si allontana così lo scenario di elezioni anticipate in autunno e il segretario Pd è costretto ad accettare l’orizzonte del 2018.