Società

Politica in vetrina: Berlusconi, revival delle promesse

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Leggendo o ascoltando la stampa scritta e urlata di oggi, con particolare riferimento all’ex cavaliere, mi sembra di rinascere, di tornare agli inizi degli anni ’90, ringiovanisco di quasi trent’anni.

Grande l’ex cavaliere Silvio Berlusconi, sempre verde, sempre in prima fila nelle promesse, un autentico fuori classe.

A parte chi, come chi scrive, che delle sue promesse ha vissuto, sperato, sognato e alla fine amareggiato e deluso, per molti altri è più facile credergli, perché è bravo, anzi che dico, è bravissimo.

Chi non lo conosce, lo prende per buono, gli crede subito, salvo poi pentirsene a distanza di anni: un vuoto a perdere!

Quando vinse le elezioni con una maggioranza bulgara, ha confessato di non essere riuscito a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, di cui al contratto con gli italiani firmato in televisione: la prima, riduzione della pressione fiscale al 30%; la seconda: riforma della Pubblica amministrazione. Tentativi ambedue falliti, perché gli alleati non lo consentirono … Poverino, non è riuscito, in venti anni. Ora, a 80 anni suonati, ripete che vuole tornare per realizzare lo stesso programma di prima, come se un ventennio non fosse neanche trascorso!

A me personalmente sembra preistoria.

Il mondo è cambiato, i nostri competitor sui mercati internazionali, Germania, Francia, Spagna, solo per fare qualche esempio, corrono e noi, con queste regole, questa burocrazia completamente impazzita, una corruzione inarrestabile, non riusciamo neanche a stare in piedi.

Lui, l’altissimo, già grande imprenditore, grandissimo politico, eterno latin lover,  non parla di riforme, non gli interessano, ha votato contro il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

All’ex cavaliere interessa promettere le pensioni “a mille euro non tassabili”: è un  grande, sa come raccogliere il consenso e vincere le elezioni politiche.

Poi governare è un’altra cosa, è un  tema che non gli appartiene, lo ha già dimostrato, on gli interessa.

Quello delle pensioni è un tema vincente che conosce bene, lo ha già utilizzato in  passato, è un  continuo revival.

E’ un messaggio di grande effetto mediatico, per disperati che non arrivano neanche alla seconda settimana del mese.

Urgono dei cambiamenti strutturali, semplificare il sistema istituzionale, accelerare i processi amministrativi, facilitare la vita alle imprese, ai cittadini, ridurre i costi della politica (da un calcolo per difetto, solo per la Regione Puglia, portando gli stipendi dei consiglieri regionali a quelli del Primo cittadino della città capoluogo – Bari – si sarebbero risparmiati cinque milioni di euro all’anno).

E’ stata una occasione irripetibile, bisogna assolutamente riprendere il percorso delle riforme costituzionali temporaneamente interrotto.

Non possiamo aspettare altri tenta anni, con questi matusalemme che vogliono tornare al potere e che hanno già dimostrato i loro limiti in termini di inefficienze e incapacità amministrativa, lungimiranza e visione del futuro.

L’Italia non può attendere.