Economia

Tutti i numeri dell’incoronazione di Carlo III

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Mancano pochi giorni alla storica incoronazione di Re Carlo III, la prima di un re britannico dal 1953. Un evento che segna il passaggio a una nuova epoca, profondamente differente da quella in cui avvenne l’incoronazione della Regina Elisabetta II.

Carlo III: data della cerimonia e curiosità

Re Carlo III e la regina Camilla saranno incoronati la mattina del 6 maggio 2023 nell’Abbazia di Westminster, che ha ospitato le cerimonie di incoronazione dei precedenti 39 monarchi britannici, a partire da Guglielmo I nel 1066.

L’evento vedrà la partecipazione di 2.000 persone, inclusi capi di Stato e case reali stranieri, a differenza di quanto avvenne 70 anni fa per Elisabetta II. In quell’occasione, però, gli invitati furono oltre 8.000.

Non ci sono dati ufficiali in merito ai costi della cerimonia, ma secondo quanto riportato dal Times gli esperti stimano una spesa superiore ai 100 milioni di sterline. L’incoronazione della Regina Elisabetta costò all’epoca circa 4 milioni di dollari.

L’incoronazione di Elisabetta II nel 1953

La precedente sovrana, Elisabetta II, salì al trono alla morte del padre, il 6 febbraio 1952, venendo poi incoronata il 2 giugno 1953 come regina di Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Ceylon e Pakistan e assumendo il ruolo di capo del Commonwealth.

All’epoca Elisabetta aveva 27 anni, contro gli attuali 74 del figlio Carlo. Il suo regno, durato 70 anni e 214 giorni, è stato il più lungo della storia britannica e il secondo più duraturo della storia tra quelli storicamente accertati, dietro solo al regno di Luigi XIV di Francia. Un traguardo difficilmente raggiungibile in futuro.

Ricordiamo che la linea di successione della famiglia reale britannica vede nell’ordine il principe William e i suoi tre figli George, Charlotte e Louis.

Il contesto macroeconomico

Il Regno di Carlo III prende il via in uno scenario macroeconomico complesso, condizionato come in altri Paesi dalle conseguenze della pandemia, della guerra e della conseguente crisi energetica. Particolarmente elevata l’inflazione, ancora al 10,1% annuo a marzo, nonostante gli aumenti dei tassi da parte della Bank of England che hanno portato il costo del denaro al 4,25%.

È opinione diffusa tra gli analisti che la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, abbia aggravato la situazione dell’economia britannica, andando a colpire Pil, investimenti e commercio del Regno Unito.

Le previsioni aggiornate del Fondo Monetario Internazionale prevedono una contrazione del Pil pari allo 0,3% nel 2023, la peggior performance tra le economie avanzate, seppur in miglioramento rispetto al -0,6% delle stime di gennaio. L’outlook ufficiale degli analisti indipendenti del governo britannico indica che il nuovo assetto dei rapporti commerciali tra Regno Unito e Ue “ridurrà la produttività a lungo termine del 4% rispetto alla permanenza nell’Ue”.

Anche a livello politico, la tensione resta elevata. L’arrivo del premier Rishi Sunak a Downing Street ha placato i disordini politici emersi con i suoi predecessori Boris Johnson e Liz Truss, ma le ripercussioni della Brexit continuano a scuotere il partito conservatore al governo.