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G20: Trump scaricato da Merkel, deciderà futuro della Terra con Putin

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Donald Trump farà un intervento importante oggi a Varsavia, la capitale della Polonia, la tappa da cui il presidente statunitense ha deciso di iniziare il suo tour europe in occasione del G20 di Amburgo. Lo riferisce la testata britannica Bbc stamattina, facendo sapere che Trump esporrà quale è la sua visione dei rapporti tra America ed Europa.

C’è molta tensione per quello che dirà, dopo che la Cancelliera Angela Merkel, in piena campagna elettorale in vista delle elezioni Federali tedesche di questo autunno, ha detto che non intende stringere accordi con Trump, la cui agenda protezionista e isolazionista non piace alla leader della locomotiva economica e commerciale d’Europa. Merkel, che ha mal digerito la decisione di Trump di sfilarsi dagli accordi del clima di Parigi, ha precisato che le due amministrazioni di Berlino e Washington hanno due opinioni diverse della globalizzazione.

Merkel e Trump si sono già incontrati al G7 siciliano di Taormina e il meeting non è servito ad avvicinare le posizioni tra i due, che rimangono distanti su molti punti, anche in geopolitica e politica estera, non solo in ambito commerciale. Trump per esempio ha una posizione più morbida rispetto alla Germania nei confronti della Russia. In questo, contrariamente ad altri aspetti come quello del clima, Merkel farà fatica, come invece deciderebbe, a far sì che l’Europa trovi una posizione unitaria. Il messaggio a Emmanuel Macron, neo eletto presidente francese, è chiaro: “Rafforziamo l’Unione“.

Ormai Merkel non si fida più di Trump e lo ha detto chiaramente in un’intervista al Die Zeit tradotta dal Corriere della Sera: “Non si può più essere sicuri del fatto che gli Stati Uniti investano come hanno fatto finora nelle Nazioni Unite, nella politica in Medio Oriente, nella sicurezza europea o nelle missioni di pace in Africa. Diventa sempre più chiaro quanto sia importante costruire un partenariato con l’Africa e con gli altri continenti. È nel nostro interesse e fa parte del nostro impegno europeo”.

Putin-Trump, in gioco il futuro della Terra

E il vertice bilaterale più atteso del G20 di Amburgo è proprio quello di venerdì 7 luglio, che vedrà per la prima volta incontrarsi di persona Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Secondo il Segretario di Stato Usa Rex Tillerson, ex Ceo di ExxonMobil, Putin e Trump cercheranno di trovare punti in comune, con l’intenzione ad esempio di sbloccare l’impasse diplomatica sulla Siria facendo gli interessi di entrambi.

Ancora non si conosce la verità sull’interferenza dei russi nelle elezioni presidenziali americane che hanno consegnato la vittoria nelle mani del candidato sulla carta sfavorito, il leader dei Repubblicani e magnate immobiliare anti establishment. Quello che si sa per certo invece è che Russia e Stati Uniti sono legati da un intreccio di rapporti importanti, e che i due paesi hanno in mano il 93% delle armi nucleari al mondo.

Nel fine settimana più di 10 mila persone hanno firmato una petizione in cui si implorano i due leader di negoziare e non provocare un’escalation delle tensioni o un conflitto. La petizione scritta da RootsAction va subito al punto: “Vi esortiamo con forza a tenere un atteggiamento costruttivo durante il vostro incontro al vertice del G20. A prescindere dalle vostre differenze, dobbiamo ridurre piuttosto che aumentare i rischi di una guerra nucleare. È in gioco il futuro dell’umanità”.

Un evento bellico tra le due super potenze nucleari finirebbe per estinguere la vita umana e immergerebbe la Terra in un cataclismico “inverno nucleare”, stando agli ultimi studi scientifici. Una guerra con gli arsenali nucleari di Usa e Russia in campo, renderebbe la Terra un territorio inabitabile”. Lo ha scritto Steven Starr, scienziato di Physicians for Social Responsibility.

“I modelli informatici della Nasa – dice Starr – hanno mostrato che anche un solo attacco nucleare di Washington o di Mosca portato a compimento con successo infliggerebbe danni ambientali catastrofici a tal punto che renderebbe impossibile proseguire la coltivazione dei campi e questo provocherebbe una carestia di massa“.