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Fugnoli: approfittarne per comprare Borse europee ed emergenti

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Fino a sei mesi fa il mercato e i commentatori di Borsa erano convinti che l’inflazione era destinata a salire. Il petrolio guadagnava terreno, le materie prime erano entrate in una fase di mercato rialzista e si pensava che Donald Trump con la sua agenza pro crescita e pro aziende fatta di investimenti massicci nelle infrastrutture e politiche di alleggerimento fiscale da lui stesso definite “fenomenali” fossero altri segnali “espansivi” per i prezzi al consumo e che l’effetto si sarebbe sentito persino in Europa.

Così non è stato, come spiega nella sua newsletter settimanale lo strategist Alessandro Fugnoli. Il cosiddetto “reflation trade”, un investimento orientato nell’ottica di una reflazione, ha perso appeal. “Con la fine del rialzo delle materie prime l’inflazione nei prossimi mesi si stabilizzerà e in alcuni casi fletterà (in Germania ha già iniziato a scendere velocemente). Insomma, il paradigma alla base di tutta l’azione di mercato degli ultimi mesi va rimesso in discussione e non è detto che questo abbia conseguenze”.

Se l’inflazione rimane bassa e se le politiche fiscali non saranno così espansive, osserva l’analista di Kairos nel suo studio intitolato “Il riflusso”, l’ultimo capitolo della rubrica “Il Rosso e il Nero” dedicato a quella che viene definita “l’interessante vicenda del peso messicano”, allora “la politica monetaria percorrerà più lentamente la strada della normalizzazione, sia in America sia in Europa”.

“Se il paradigma di Supertrump danneggiava i bond e favoriva solo Borse e dollaro, il paradigma di un Trump depotenziato può redistribuire i benefici della reflazione monetaria verso bond ed emergenti (valute, Borse e bond) senza per questo danneggiare le Borse, sorrette da tassi miti, da una crescita buona (anche se non così buona come si sente spesso dire in questo periodo) e dalla prospettiva che dalla riforma fiscale americana arriverà magari metà della metà di quanto promesso, ma sarà comunque meglio di niente e sarà nella direzione giusta“.

Dopo la febbre cupa di inizio 2016 e dopo la reazione nevrotica seguita alle elezioni americane, conclude Fugnoli, “siamo forse entrati in una fase di calma e di equilibrio. Godiamocela, finché dura, puntando sulle borse europee ed emergenti“.